Bonus verde anche nel 2023, è ufficiale: giardini rigogliosi e spazi relax per combattere lo stress

Bonus verde 2023 confermato senza sostanziali variazioni. L’agevolazione su giardini e balconi permette di giovarsi di un interessante sconto sulle spese di sistemazione a verde. 

L’attuale Governo aveva annunciato alcuni tagli e modifiche ai bonus ed agevolazioni finora attivi, allo scopo di ‘razionalizzare’ gli interventi, con un occhio di riguardo alle misure da adottare contro la crisi energetica e il caro bollette.

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Ebbene, dal punto di vista del cosiddetto bonus verde non vi sono novità sostanziali perché l’agevolazione su giardini e balconi sarà pienamente operativa anche nel 2023: nessuna novità o variazione circa i soggetti beneficiari e le condizioni di accesso all’agevolazione.

Il bonus verde è una detrazione fiscale Irpef che consente di sistemare il proprio giardino con uno sconto pari al 36% e le sue caratteristiche – che ora richiameremo in sintesi – sono confermate dalla legge di Bilancio 2023.

Anzi la manovra dello scorso anno già prorogò il bonus verde fino al 31 dicembre 2024, ovvero una data che permane confermata anche dopo la legge n. 197 del 2022. Vediamo dunque in sintesi come funzionerà il bonus verde nel 2023. I dettagli.

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Chi può avvalersi del bonus verde 2023: i beneficiari

Vediamo chi sono coloro che possono sfruttare l’agevolazione denominata bonus verde 2023. Ebbene, vi sono ben precisi destinatari, come di seguito elencati:

  • il proprietario dell’immobile;
  • l’inquilino in affitto;
  • il comodatario;
  • il nudo proprietario;
  • l’usufruttuario;
  • gli assegnatari di case popolari.
  • l’ente pubblico o privato che corrisponde l’Ires.

Ovviamente la detrazione fiscale Irpef suddetta scatta se uno dei citati soggetti ha effettuato le spese coperte dal bonus verde, e deve emergere che queste ultime – oltre ad essere documentate – sono di fatto a carico dei soggetti appena citati.

Interessante notare questo aspetto, che certamente amplia la portata applicativa del bonus verde. Ebbene, la detrazione fiscale del 36% è correlata all’unità immobiliare e non al soggetto che se ne avvale. In altre parole questo vuol dire che se il soggetto avente diritto detiene più immobili, potrà contare su un limite di spesa agevolabile uguale a 5mila euro per ogni immobile oggetto di lavori di sistemazione a verde.

Spese agevolabili e detrazioni fiscali: il quadro sintetico

Vediamo ora quali sono le spese ammesse in detrazione fiscale, perché collegate ad opere specifiche. Queste ultime sono le seguenti:

  • sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni;
  • realizzazione pozzi;
  • realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili;
  • grandi potature;
  • riqualificazioni prati;
  • impianti di irrigazione;

In linea generale, sono agevolabili i lavori che si inseriscono in un intervento legato all’intero giardino o area interessata, che consiste nella sistemazione a verde ex novo o nell’integrale rinnovamento dell’esistente. Perciò è possibile sfruttare l’agevolazione anche per la collocazione di piante e altri vegetali in vasi, ma ciò a patto di esser parte di un più ampio intervento di sistemazione a verde degli immobili residenziali.

Danno diritto alla detrazione fiscale anche le spese di progettazione e manutenzione se collegate allo svolgimento di questi interventi. Invece i cosiddetti lavori in economia, vale a dire quelli fatti direttamente dal contribuente sul proprio giardino o terrazzo, non sono oggetto di detrazione fiscale tramite bonus verde. Analogamente, nessuna agevolazione anche per le spese sostenute per la manutenzione ordinaria dei giardini preesistenti.

Il caso dei lavori in condominio

Non dimentichiamo poi che anche le spese effettuate per opere su parti comuni di edifici condominiali potranno essere fatte oggetto di detrazione fiscale Irpef. In ogni caso permane il limite massimo di 5.000 euro per ogni unità immobiliare a utilizzo abitativo.

La detrazione varrà su ogni condomino nei limiti della sua quota millesimale, a patto che egli abbia contribuito economicamente allo svolgimento delle opere di cui si tratta. Chiaro che in dette circostanze sarà di primaria importanza la certificazione delle spese effettuate da ogni condomino e quest’ultima dovrà essere emessa dall’amministratore di condominio.

Chiarimenti sul meccanismo di detrazione e il limite

Attenzione perché – come accennato anche in precedenza – vi è un tetto alla detrazione. Infatti il limite massimo di spesa detraibile è stabilito in 5.000 euro. Ecco perché il contribuente potrà recuperare nella dichiarazione dei redditi fino a 1.800 euro (vale a dire il 36% di 5mila euro).

In particolare, il recupero della spesa si compie per il tramite della ripartizione della detrazione in quote costanti per un lasso di tempo pari a 10 anni. Pertanto in ipotesi di spesa coperta fino a 5.000 euro di detrazione, in dichiarazione dei redditi il contribuente potrà contare su una riduzione dell’IRPEF pari a 180 euro all’anno per un decennio (a cominciare dall’anno di effettuazione della spesa).

Per usufruire della detrazione fiscale del bonus verde è essenziale la corretta redazione del quadro P del modello 730 o del quadro RP del modello Redditi P.F.

Inoltre il beneficio fiscale in oggetto non scatta nei confronti degli immobili aventi una destinazione differente da quella abitativa, e ci riferiamo ad es. a negozi o uffici che restano così tagliati fuori dal bonus verde 2023. Non dimentichiamo però che in ipotesi di lavori fatti su immobili residenziali adibiti in modo promiscuo all’esercizio di una professione o un’attività commerciale, la detrazione fiscale cala della metà.

Bonus verde 2023 solo con tracciabilità dei pagamenti

Un altro punto molto importante è il seguente. Il pagamento della spesa effettuata deve essere eseguito grazie a modalità idonee a costituire prova in merito all’operazione avutasi. In buona sostanza, il versamento della somma per i lavori di sistemazione a verde deve essere effettuato con modalità tracciabili, vale a dire con bancomat, carte di credito, bonifico bancario o postale o assegno non trasferibile.

Ovviamente i costi sostenuti debbono essere documentate nel modo opportuno onde per far fronte a possibili controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Nel documento di spesa non deve peraltro mancare il codice fiscale del soggetto beneficiario della detrazione fiscale in gioco e la descrizione dell’opera da agevolare, che deve essere compresa nell’elenco di quelle coperte dal bonus verde.

Conclusioni

Come abbiamo visto nel corso di questo articolo, il bonus verde è una detrazione fiscale al 36% su un importo complessivo non maggiore di 5mila euro per ciascuna unità immobiliare. L’importo è quello delle spese effettuate per la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, incluse le pertinenze, le recinzioni, gli impianti di irrigazione, la realizzazione di pozzi, le coperture a verde e i giardini pensili. L’agevolazione è stata fatta oggetto di proroga fino al 2024.

A differenza del “bonus mobili” detta detrazione fiscale non è correlata all’effettuazione di spese di ristrutturazione edilizia dell’edificio. Infine non è ammessa la possibilità di avvalersi l’opzione per lo sconto in fattura o la cessione del credito, come invece accade per il Superbonus.

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