Pensioni e le prossime novità sulla riforma: 62 anni di età e Quota 41 per tutti

Siamo arrivati a 2023 che nelle previsioni del governo precedente doveva essere l’anno della riforma delle pensioni.

però ciò non è avvenuto a causa prima della pandemia da Covid-19 e poi dell’infinità guerra da Russia e ucraina.

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InformazioneOggi

Il nuovo governo, subentrato il 25 ottobre 2022, ha ulteriormente ritardato la riforma visto anche il poco tempo per gestire le risorse. Queste, tra l’altro erano destinate a risolvere problemi più urgenti come il rialzo delle bollette e del costo della vita in generale. La causa: l’inflazione. La promessa è che la riforma delle pensioni sarà preparata durante il 2023 per poter entrare in vigore nel 2024.

Pensioni: ecco le prossime novità sulla riforma

Il governo Meloni però ha prorogato 2 misure che permettono a determinati lavoratori e lavoratrici di lasciare il mondo del lavoro in anticipo. Quindi, seppur con qualche modifica, anche nel 2023 sarà possibile richiedere Opzione donna e Ape sociale. Inoltre, poiché Quota 102 è scaduta il 31 dicembre 2022 ha creato una nuova possibilità di pensione anticipata. Si tratta di Quota 103 con 62 anni di età e 41 anni di contributi maturati.

Il governo però sta lavorando anche ad altre soluzioni in materia previdenziale. A parlarne sulle pagine del quotidiano Il Messaggero è Federico Freni, sottosegretario all’Economia che ha confermato che la questione riforma delle pensioni ha già un tavolo delle trattative prenotate al quale si siederanno le parti sociali.

Il primo argomento sarà Quota 41 che attualmente ha il limite di 62 anni di età: diventando quindi Quota 103. Nel futuro però sarà libera a tutti, ovvero il limite anagrafico sarà eliminato per lasciare spazio ai soli anni di contributi versati: appunto 41.

Tra gli altri argomenti da discutere sulle pensioni è sicuramente Opzione donna, una misura interessante e conveniente per molte lavoratrici ma che economicamente troppo costosa: quindi dovrà essere rivista completamente.

Nell’intervista sul noto quotidiano, il sottosegretario Freni ha parlato anche della rivalutazione delle pensioni che per alcuni assegni è stata penalizzante. Ha affermato che è stata una scelta politica: «Abbiamo scelto di supportare in modo deciso i redditi medio bassi, limitando la rivalutazione previdenziale solo a determinate fasce. Abbiamo creduto giusto supportare chi ha più bisogno, chi a fronte dell’inflazione galoppante ha perso maggiore potere di acquisto, partendo dalle pensioni più basse».

La riforma riprenderà a gennaio 2023

A causa dell’inflazione, come ricorda lo stesso sottosegretario all’Economia, alcuni argomenti sulle pensioni sono stati sospesi ma saranno ripresi nei primi tre mesi del 2023. L’agenda del ministero dell’Economia e delle Finanze prevede non solo la riforma delle pensioni ma anche la ristrutturazione del sistema fiscale e la definizione delle politiche energetiche e di sviluppo.

Infine, riguardo alla scadenza degli aiuti a famiglie e aziende previsto per marzo 2023 il sottosegretario freni afferma che il governo non farà mai mancare il suo sostegno contro il caro energia. Anzi, ogni intervento sarà attentamente valutato per aiutare tutti senza escludere nessuno.

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