Superbonus, proroga della detrazione al 110% fino a gennaio: è davvero la svolta per la maxi agevolazione dell’edilizia?

Altre novità in arrivo in tema di Superbonus 110% edilizia, anche se siamo ancora lontani da appianare una situazione che presenta ancora diverse criticità. Ecco la proroga della detrazione fino a gennaio.

Una buona notizia per coloro che intendono sfruttare l’agevolazione del Superbonus 110% è quella emersa nelle ultime ore. Ebbene, c’è il via libera alla proroga della maxi detrazione fiscale dell’edilizia, in quanto con tutta probabilità sarà possibile sfruttare il meccanismo al 110% fino al prossimo gennaio.

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L’aggiornamento dei termini per sfruttare il Superbonus, senza l’annunciata riduzione a partire dal inizio anno, giunge come risposta agli inviti arrivati da più parti, i quali sollecitano una proroga dei termini già scaduti per poter compiere le opere di ammodernamento e efficientamento energetico degli edifici – sfruttando il 110% di detrazione.

La conferma di questo è giunta dal fatto che Palazzo Chigi ha deciso di adeguarsi al contenuto di alcuni emendamenti bipartisan alla manovra economica. Pertanto, che cosa è opportuno ricordare in proposito? Per quanto durerà ancora il regime ‘di favore’ del Superbonus, così come originariamente pensato, prima di essere tagliato per contribuire a salvaguardare i conti pubblici? Scopriamolo insieme nel corso di questo articolo.

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Superbonus al 110% anche a gennaio 2023: la proroga

Abbiamo detto che vi sarà la proroga del Superbonus 110% fino al mese prossimo e questo per un motivo ben preciso. Gli ultimi aggiornamenti atterranno alla Cilas, ovvero la  Comunicazione Inizio Lavori Asseverata Superbonus, che deve includere la descrizione degli interventi trainanti e trainanti previsti dalla maxi agevolazione in oggetto. Ebbene l’area di salvaguardia, che permetterà di conservare il meccanismo al 110% anche per il futuro, arriverà almeno al 31 dicembre. Ma non è escluso che vi sia un’estensione fino al 15 gennaio.

Non dimentichiamo che il decreto Aiuti quater, con il taglio dal 110% al 90% della maxi detrazione per il prossimo anno, ha disposto la possibilità di salvarsi da questo taglio per i lavori correlati a una Cilas presentata entro il 25 novembre scorso. In dette circostanze, varrà dunque ancora il Superbonus 110% anche nel 2023. Vero è però che a seguito del click day del 25 novembre scorso, con professionisti obbligati a presentare la citata Comunicazione presso decine di uffici comunali oberati dal lavoro, in tantissimi non sono riusciti a completare le richieste.

Ecco perché si è fatta largo la necessità di aprire una nuova finestra temporale, in modo da estendere con proroga l’area dei lavori protetti dal taglio del Superbonus dal 110% al 90%.

Superbonus 110% e cessione crediti: cosa cambia

Altra significativa novità in ambito Superbonus 110% attiene al meccanismo della cessione dei crediti. Se non c’è spazio per l’ipotesi del decreto Aiuti quater dello spalma crediti fino a dieci anni per il relativo recupero, ecco che diventa più probabile l’ipotesi proposta dall’Abi e dall’Ance. Sarà incluso in un emendamento il meccanismo che intende sbloccare i crediti già maturati, ma rimasti congelati, per il tramite degli F24.

In particolare, gli F24 presi in carico dagli istituti di credito per i loro clienti dovrebbero essere pagati parzialmente con i crediti fiscali in pancia alle stesse banche. Il punto è interessante perché si tratterebbe di uno snodo indifferente per chi paga, ma che permetterebbe al contempo di liberare capienza fiscale in modo veloce. Non dimentichiamo che, secondo le stime, gli F24 ‘valgono’ annualmente tra i 400 e i 500 miliardi di euro.

In buona sostanza, ciascun punto percentuale di questo iter permetterebbe di liberare molte risorse. Insomma, persiste tuttora il gravoso problema dei crediti congelati, tanto che – in base ad alcuni calcoli effettuati –  sono quasi 50mila le imprese dell’edilizia, impianti e serramenti che segnalano multiple difficoltà nella cessione dei crediti, correlati ai meccanismi agevolativi per la riqualificazione degli immobili, ma anche un consistente deterioramento delle condizioni finanziarie proposte dai potenziali acquirenti.

Le cifre chiave

Sono i numeri a chiarire rapidamente la delicatezza della situazione. Infatti sono più di 5 miliardi di euro i crediti presenti nei cassetti fiscali delle aziende, che hanno riconosciuto lo sconto in fattura, e al momento non monetizzati per il tramite di una cessione. Ciò che colpisce è che si tratta di un ammontare raddoppiato rispetto alla prima metà del 2023. Basta guardare alla percentuale di aziende con cassetto fiscale pieno da almeno cinque mesi: se a maggio era circa il 35%, oggi si avvicina al 75%.

Non solo. Cresciuto anche il bacino delle imprese che detiene crediti maggiori di 100mila euro. Chiaro insomma che sulle regole Superbonus occorre nuovamente intervenire in modo drastico, per superare una situazione di stallo la quale altrimenti è in grado di provocare molti danni e vanificare gli effetti positivi di questa agevolazione.

Spicca infine un aspetto molto importante: per le imprese è sempre più arduo trovare soggetti disposti ad acquisire i crediti correlati al Superbonus e il contesto non dà segnali di miglioramento. Chi potrebbe acquistare crediti di fatto poi non lo fa anche per le incertezze a causa delle continue modifiche alle regole, con il risultato di lasciare terreno fertile a soggetti che speculano sulle difficoltà di molte aziende del comparto dell’edilizia. Ecco perché gli aggiornamenti e le correzioni sul Superbonus non possono più tardare.

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