Lavoro notturno e Legge 104: le regole per godere di straordinari vantaggi

I caregivers godono di specifiche agevolazioni in ambito lavorativo. Una di esse riguarda il diritto a non svolgere lavoro notturno.

La Legge sancisce una serie di benefici per i lavoratori che assistono un familiare gravemente malato.

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L’obiettivo del nostro ordinamento, infatti, è quello di favorire la compatibilità tra il mantenimento di un’attività lavorativa e lo svolgimento del proprio dovere di cura e assistenza. Vediamo, dunque, cosa stabilisce la disciplina normativa in merito al lavoro notturno.

Per maggiori informazioni, consulta il seguente articolo: “Lavoro notturno: per i caregivers ci sono importanti eccezioni.

Lavoro notturno: quale collegamento con la Legge 104?

Un nostro gentile Lettore ha inviato il seguente quesito:

Salve, io usufruisco dell’art. 3, comma 3, della Legge 104 per mia madre. Posso chiedere l’esonero dal lavoro notturno se abito allo stesso indirizzo e numero civico del disabile a cui presto assistenza? L’azienda presso cui lavoro sostiene che debba esserci il requisito della convivenza. Grazie mille”.

A tutela dei caregivers, l’art. 53, comma 3, del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151 stabilisce che il lavoro notturno, non deve essere obbligatoriamente prestato dalla lavoratrice o dal lavoratore che abbia a proprio carico un soggetto disabile ai sensi della Legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni”.

Di conseguenza, il lavoratore che assume la qualifica di caregiver di un familiare affetto da disabilità grave non può essere obbligato a svolgere lavoro notturno. Tuttavia, ci sono delle importanti precisazioni da sottolineare.

I chiarimenti del Ministero del Lavoro

Non poche problematiche ha sollevato, in passato, l’interpretazione della locuzione “a carico” della norma appena citata. L’Interpello del Ministero del Lavoro del 6 febbraio 2009, n. 4 ha, dunque, chiarito una serie di situazioni controverse.

Il Ministero, infatti, ha richiamato quanto previsto dalla Legge n. 104/1992, sottolineando che la definizione “a carico” va intesa in base a quanto disposto da quella specifica normativa; in particolare, in relazione alla concessione dei permessi lavorativi.

Di conseguenza, la persona affetta da disabilità va considerata “a proprio carico”, anche per ottenere l’esenzione dal lavoro notturno, da parte del lavoratore caregiver.

Il Ministero, inoltre, fa riferimento a quanto indicato nella Circolare INPS n.90 del 23 maggio 2007, che introduce il principio in base al quale “l’assistenza non deve essere necessariamente quotidiana, purché assuma i caratteri della sistematicità e dell’adeguatezza, rispetto alle concrete esigenze della persona con disabilità in situazione di gravità“.

L’Interpello, infine, stabilisce che “solo il soggetto che già gode dei benefici della Legge n. 104 del 1992, o che già ne possiede i requisiti per goderne, potrà richiedere l’esonero dalla prestazione dal lavoro notturno”.

Dunque, nel caso specifico del nostro Lettore, ci sono i presupposti per richiedere l’esonero dal lavoro notturno, perché già beneficia della Legge 104.

Non perdere il seguente approfondimento: “Legge 104 e agevolazioni sul lavoro notturno: tutto quello che c’è da sapere“.

Chi è esonerato dal lavoro notturno?

Coloro che hanno il diritto di ottenere i permessi previsti dall’art. 33 della Legge n. 104 del 1992, richiamati anche dal Decreto Legislativo n. 105/2022, sono i seguenti:

  • il coniuge, parte dell’unione civile (ai sensi dell’art. 1, comma 20, della Legge n. 76 del 2016) e il convivente di fatto (ai sensi dell’art. 1, comma 36, della Legge n. 76 del 2016);
  • i parenti o affini entro il secondo grado;
  • in caso di mancanza, decesso, in presenza di patologie invalidanti o qualora abbiano compiuto più di 65 annidi età i soggetti appena elencati, il diritto spetta ai parenti e gli affini entro il terzo grado della persona disabile grave.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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