Congedo per 104: in questo caso da 2 passa a 4 anni, tutti pagati

Il congedo straordinario spetta per un periodo massimo di 2 anni. Ma si può prolungare la fruizione di tale beneficio?

La legge prevede un’ipotesi eccezionale di “raddoppio” del congedo straordinario che, dunque, può avere una durata di ben 4 anni.

congedo straordinario
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La deroga alla disciplina del congedo straordinario è ammessa solo nel caso in cui la richiesta dell’agevolazione venga fatta da genitori di figli affetti da disabilità grave. Analizziamo, dunque, attentamente la relativa disciplina normativa e scopriamo a chi spetta il riconoscimento dei benefici legati alla Legge 104.

Per ulteriori informazioni, consulta il seguente articolo: “Congedo straordinario per legge 104 è possibile allungarlo oltre i 2 anni: il trucco è questo“.

Congedo straordinario: a quali familiari è rivolto?

Il congedo straordinario è un periodo di assenza retribuita dal lavoro della durata di 2 anni, a cui hanno diritto i lavoratori dipendenti che prestano assistenza a familiari con disabilità grave, ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge 104 del 1992.

Non tutti i caregivers, tuttavia, possono fruire del permesso biennale. La legge, infatti, stabilisce un preciso ordine gerarchico, che segue tale ordine di priorità:

  • coniuge, convivente o parte dell’unione civile convivente del disabile grave;
  • genitori (anche adottivi o affidatari) del soggetto disabile, nell’ipotesi di mancanza, decesso o possesso di patologie invalidanti del coniuge, convivente o parte dell’unione civile;
  • figlio convivente della persona disabile, solo nel caso di mancanza, decesso o possesso di patologie invalidanti del coniuge, convivente, parte dell’unione civile convivente e di entrambi i genitori del disabile;
  • fratello o sorella convivente del disabile grave, nell’ipotesi in cui coniuge, convivente, parte dell’unione civile, genitori e figli siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti;
  • parenti o affini entro il terzo grado conviventi del disabile in situazione di gravità oppure uno dei figli non ancora convivente, nel caso di mancanza, decesso o possesso di malattie invalidanti di tutti i soggetti appena elencati.

Non perdere il seguente approfondimento: “Il congedo straordinario e la scelta della sede a più familiari? Ora si può, ecco perché“.

Chi può richiedere il congedo straordinario per 4 anni?

Non tutti coloro che usufruiscono del congedo straordinario possono ottenere il raddoppio del periodo di permesso. In realtà, non è mai concesso oltrepassare il limite dei 2 anni. Ad esempio, un lavoratore dipendente ha accesso ai benefici della Legge 104 e presta assistenza a due familiari disabili gravi. Non può assolutamente pretendere che gli vengano concessi 4 anni di congedo (cioè 2 per ogni malato), perché non si può superare il tetto massimo del biennio, pur avendo la possibilità di frazionare il permesso in settimane o mesi.

L’unica eccezione a tale regola è prevista in un caso particolare, relativo ai genitori di figli disabili, e nasce in seguito ad una decisione della Suprema Corte di Cassazione.

Gli Ermellini, con la sentenza n. 26605 del 23 novembre 2020, hanno stabilito che l’interpretazione corretta della norma deve essere quella che “privilegia il diritto dei bambini portatori di handicap a ottenere la maggior tutela del proprio diritto allo sviluppo e alla salute”. Tale decisione, dunque, consente di “raddoppiare” il periodo di congedo straordinario per ciascun figlio. In sostanza, se ci sono due figli disabili che necessitano di assistenza continua, i genitori hanno diritto a 4 anni di premesso retribuito.

Bisogna sottolineare, però, che il “raddoppio” non si applica per lo stesso fruitore, perché i 4 anni di congedo vanno divisi tra entrambi i genitori (2 anni per la madre e 2 anni per il padre). Se ci sono più figli disabili, dunque, il permesso spetta per ognuno di essi, ma rimane il tetto massimo di 2 anni di assenza giustificata per ogni genitore.

Infine, la legge prevede che, in caso di ricovero a tempo pieno del malato da assistere, viene meno l’esigenza di cura continua da parte del familiare caregiver e, dunque, il congedo viene sospeso.

Come si presenta domanda per l’agevolazione

Come si richiede la concessione del congedo straordinario? Le modalità variano a seconda che il dipendente caregiver lavori nel settore pubblico oppure nel settore privato.

  • I lavoratori del settore pubblico devono presentare domanda direttamente all’Ufficio di riferimento della Pubblica Amministrazione. È, infatti, compito dell’Ente gestire la pratica ed inoltrarla all’INPS.
  • I dipendenti privati, invece, devono inoltrare la richiesta di congedo all’INPS, attraverso il sito online dell’Istituto, al quale si accede tramite le credenziali digitali SPID, CIE o CNS.

La Legge n. 241/199 stabilisce che i tempi di lavorazione del provvedimento sono di 30 giorni.

È necessario che il soggetto per il quale si chiede l’agevolazione versi in una condizione di disabilità grave, ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge 104/92. Tale situazione deve essere riconosciuta dalla specifica Commissione medica integrata ASL e INPS.

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