Assegno Unico figli: da ISEE a quoziente familiare cosa cambia e chi perde

La precedente legislatura approvò l’Assegno Unico e Universale destinato alle famiglie con figli entrato in vigore a marzo 2022.

Con la legge di Bilancio 2023 potrebbe esserci una modifica riguardante l’Assegno Unico per i figli a carico. Novità anticipata dalla ministra per la Famiglia, Eugenia Maria Roccella.

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Secondo la ministra il sistema danneggerebbe le famiglie più numerose perché, come ha affermato sulle pagine de Il Sole 24 Ore, «è il meccanismo alla base dell’assegno a non funzionare».

Di conseguenza appare chiaro che il governo Meloni valuta una modifica a questa prestazione per figli a carico proprio come lo scopo di tutelare le famiglie numerose. Ecco cosa cambierebbe.

Assegno Unico per i figli: da ISEE a quoziente familiare, ecco cosa cambierebbe

Come anticipato, la modifica all’Assegno Unico Universale per i figli dovrebbe essere inserita nella legge di Bilancio 2023. Si tratterebbe di un cambiamento radicale che interesserà l’ISEE. Infatti, invece di tenere conto di questo indicatore per quantificare l’importo si dovrà utilizzare il meccanismo di quoziente familiare.

Ricordiamo che questo parametro sarà utilizzato per valutare quali sono le villette che avranno diritto alla proroga del Superbonus di marzo. Ne abbiamo parlato in questo articolo: “Addio ISEE: arriva il ‘quoziente familiare’ ma non su tutto, colpito il Superbonus”.

Il passaggio dall’ISEE al quoziente familiare cambierà, ovviamente, il calcolo dell’assegno e della misura in generale.

In cosa consiste

L’Assegno Unico Universale (AUU) è entrato in vigore a marzo 2022. Essendo una misura che riguarda le famiglie con figli, di conseguenza, ha assorbito agevolazioni e incentivi erogati da altre misure. In pratica, ha sostituito il bonus nascita, l’assegno di natalità, l’assegno temporaneo e, infine, l’assegno destinato ai nuclei con almeno tre figli.

I destinatari di questa misura sono i nuclei familiari con figli minorenni a carico dai 7 mesi di gravidanza ai 21 anni, se studenti o senza lavoro. Il limite di età non sussiste per i figli con disabilità.

Per richiedere l’assegno è necessario inviare una domanda all’INPS; sarà questa poi a erogare l’assegno calcolato sulla base dell’ISEE. I percettori del reddito di cittadinanza riceveranno l’importo dell’assegno in automatico, mentre gli altri tramite bonifico bancario o postale direttamente sul conto corrente indicato nella domanda.

Un po’ di numeri

L’Osservatorio statistico si occupa di conteggiare le domande e verificare l’erogazione degli assegni. Secondo i dati, da gennaio a settembre le domande presentate sono 5.982.862 e ha riguardato oltre 9 milioni di figli (9.176.144). In totale, la spesa per lo Stato è 8,9 miliardi di euro.

In particolare, i dati di settembre rilevano che il 47% dei figli si concentra al Nord, mentre al Sud i beneficiari sono il 34%. Invece, tra marzo a ottobre l’importo medio per figlio è di circa 146 euro a minore; mentre quello medio per famiglia varia tra i 232 e i 234 euro.

Un dato interessante è che la quota più alta di reddito è andata alla fascia di reddito più bassa, ovvero sotto i 15mila euro: un importo medio ad assegno di 195 euro per 3.899.161 tra bambini e minori.

Infine, l’Osservatorio statistico segnala che la Lombardia ha erogato un numero di assegni pari a 932.349 domande: più di 1,5 milioni di minori.

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