Legge 104: se il datore di lavoro impone il turno notturno, si può rifiutare? La risposta che fuga ogni dubbio

La legge 104 e il diritto del lavoratore caregiver di assistere il familiare disabile grave nelle ore notturne si combinano tra loro? Che cosa è importante ricordare a riguardo? Facciamo chiarezza su questi delicati temi.

I rapporti tra le tutele previste dalla legge 104 e le caratteristiche del proprio contratto di lavoro talvolta non sono così agevoli.

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Pensiamo ad es. al caso del caregiver, ovvero di colui che come familiare svolge un ruolo di cura, supporto e di vicinanza e che è partecipe della malattia del familiare, impegnandosi nelle varie attività a sostegno di quest’ultimo.

Ebbene in questi casi potrebbero sussistere alcune criticità e problematiche in relazione al lavoratore caregiver che, per contratto, sia chiamato a lavorare di notte ovvero in una fascia oraria compresa tra le 22 della sera e le 6 del mattino.

Di seguito intendiamo rispondere ad una domanda che non pochi potrebbero porsi: è davvero possibile rifiutare di svolgere una prestazione di lavoro nella citata fascia oraria – pur costituendo un obbligo riconducibile al contratto di lavoro – perché la volontà è quella di assistere un familiare disabile nelle ore notturne? Scopriamolo insieme nel corso di questo articolo.

Caregiver legge 104 e lavoratore notturno allo stesso tempo: il contesto di riferimento

Abbiamo accennato al fatto che il cosiddetto ‘caregiver’ è la persona che si prende cura di chi non è autosufficiente. Il caregiver non è un infermiere, una badante o un qualsiasi altro lavoratore domestico, in quanto detta figura è caratterizzata dalla gratuità del servizio reso. Il familiare infatti assiste chi ha bisogno di essere seguito nelle attività di ogni giorno.

Ebbene, non dimentichiamo che la legge 104 prevede in dette circostanze alcuni benefici, per i  lavoratori, al fine di consentire loro di agevolare l’assistenza. Il punto è però capire come si combina l’obbligo di rispettare il turno di notte e il diritto di accudire il familiare disabile.

Per aver ben chiaro il contesto e dunque dare una risposta puntuale, a questo punto dobbiamo rimarcare alcuni punti precisi che attengono alla figura del caregiver:

  • il caregiver deve dare assistenza senza costi e continuativa;
  • la persona disabile deve avere un handicap valutato come grave da specialisti;
  • lo status di caregiver può essere assegnato ad un solo familiare dell’assistito;
  • il caregiver deve essere nominato dalla persona da assistere.

Legge 104 e caregiver: le tutele previste a favore del lavoratore

Puntualizzato quanto sopra sul ruolo del caregiver, ricordiamo ora che la legge 104 dispone a favore dei disabile grave e dei suoi familiari un quadro di norme di tutela ad hoc. Per i lavoratori ricorre infatti il diritto di avvalersi, a determinate condizioni, di permessi retribuiti e di congedi mirati alla cura e all’assistenza della persona disabile grave. In particolare si tratta di permessi pagati corrispondenti a 3 giorni continuativi o frazionati al mese, oppure due ore giornaliere al mese.

Permessi e congedi devono essere usati solo per l’assistenza il disabile e non per altre attività che non hanno nulla a che fare con la cura del familiare con patologie. Quanto ricordato vale ovviamente anche in riferimento alla questione del lavoratore notturno.

Dopo queste opportune premesse, vediamo che cosa dice la legge 104 riguardo all’ipotesi del diritto al rifiuto del lavoro notturno da parte di chi, in veste di caregiver, assiste una persona bisognosa di cure nella fascia oraria inclusa tre le 22 e le 6. Ebbene, la risposta da darsi è favorevole al lavoratore. Infatti, in generale, la legge 104 assegna al caregiver la facoltà di rifiutare il lavoro nelle ore notturne, e appunto intendiamo la fascia tra le 22 e le 6.

Ciò in base anche e soprattutto a quanto previsto da un ulteriore provvedimento quale il d. lgs. n. 151 del 2001 che infatti dispone espressamente che non sono tenuti a prestare lavoro notturno la lavoratrice o il lavoratore che debbano occuparsi, in veste di caregiver, di un soggetto disabile ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, e successive modificazioni.

Diritto al rifiuto del lavoro notturno: alcune importanti precisazioni

Attenzione però, in quanto sul lavoratore a cui è richiesto di lavorare di notte, grava l’obbligo di opporsi entro le 24 anteriori all’inizio della prestazione di lavoro. Ciò chiaramente anche nell’ottica di consentire al datore di lavoro di adottare opportune soluzioni alternative, atte a salvaguardare l’organizzazione aziendale e la produzione.

E non dimentichiamo che l’azienda che si oppone al rifiuto e sceglie comunque di costringere il caregiver a lavorare di notte, pena l’adozione di provvedimenti disciplinari, corre il rischio di vedersi inflitta un’ammenda fino a 2.582 euro o l’arresto, trattandosi di un illecito vero e proprio.

Ma non dimentichiamo infine che c’è una ulteriore condizione da rispettare da parte del caregiver: infatti in base ad una recente sentenza del Consiglio di Stato, per poter opporsi al lavoro notturno è obbligatorio che il caregiver assista una persona con un handicap così grave da impedirne l’autosufficienza, ovvero il compimento delle normali ed ordinarie attività quotidiane.

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