Cambia l’uso dei contanti: fino a 5mila euro, è scritto nel decreto Aiuti quater

L’uso del contante va limitato oltre una certa soglia, onde arginare i rischi di illecito di ambito fiscale. La posizione dell’Italia in materia è recentemente cambiata, e prova ne è il testo del decreto Aiuti quater.

Il decreto Aiuti quater è il primo importante provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri del nuovo Governo Meloni, e già si possono notare importanti novità e cambiamenti rispetto alla precedente gestione.

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Oltre alle misure mirate espressamente a dare una mano a cittadini ed imprese contro il caro vita e l’aumento dei costi dei beni – tra gli altri pensiamo ad es. al bonus bollette e alla perequazione delle pensioni – abbiamo anche quanto previsto dal decreto citato, in tema di aumento della soglia di utilizzo di denaro contante. 

Non ritenuto direttamente connesso ai fenomeni di evasione fiscale e di riciclaggio ed anzi visto piuttosto come una sorta di vincolo burocratico, il tetto all’uso delle banconote sale a partire dal 2023 a 5mila euro, rispetto ai mille euro previsti fino al periodo precedente le elezioni politiche. Vediamo allora qualche ulteriore aspetto di questo importante cambiamento attinente alle transazioni ed operazioni commerciali.

Tetto all’uso del contante pari a 5mila euro: le ragioni della scelta

Favorire i consumi allentando alcuni vincoli che finirebbero per comprimerli ulteriormente: questa è l’ottica che ha condotto il Governo alla scelta di innalzare il tetto contante, invece che abbassarlo. Anzi quest’ultima scelta, se fosse stata adottata, avrebbe penalizzato specialmente chi ha redditi bassi e dunque non può permettersi ingenti consumi e spese. O almeno questo è il punto di vista di Palazzo Chigi che, infatti, ha introdotto il limite contanti a 5mila euro nel 2023 – con una previsione ad hoc nel decreto Aiuti quater.

Pertanto nessuna stretta all’uso del denaro contante, per spingere le persone ad utilizzare con più frequenza meccanismi di pagamento tracciabili, quali carte di credito o bancomat, ma anzi apertura ai pagamenti cash, con una soglia più che raddoppiata rispetto alle regole 2022.

La conferma di questa novità è giunta con l’approvazione del testo definitivo in Consiglio dei Ministri, avvenuta nella giornata di giovedì 10 novembre. In verità il tetto avrebbe dovuto essere pari a 10mila euro, secondo quanto indicato nel progetto di legge depositato dalla Lega, salvo poi il dietrofront – con l’intervento di Fdi che ha giudicato la soglia eccessivamente alta. Ecco allora la soluzione di compromesso tra i due partiti, con la nuova soglia fissata a 5mila euro, in vigore dal 2023.

Tetto all’uso del contante: la situazione nel resto del continente

Dando un’occhiata a come funziona nel resto dell’Europa, possiamo notare che non tutti i paesi hanno stabilito un tetto all’uso del denaro contante. Anzi l’Italia è uno dei 18 paesi europei ad aver introdotto un limite ai pagamenti con banconote: finalità di questa scelta è stata, ed è, quella di favorire la lotta all’evasione fiscale e all’elusione fiscale, ma anche al reato di riciclaggio.

In alcuni paesi europei detta necessità appare, in qualche modo, meno sentita, o per lo meno lo strumento del tetto all’uso del contante non appare come fondamentale per reprimere gli illeciti di cui sopra. Infatti vi sono ben 9 paesi dell’Unione Europea che non hanno scelto di prevedere questo limite alle transazioni economiche tra cittadini. Ci riferiamo all’elenco che segue: Austria, Cipro, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Olanda.

C’è un limite rigoroso, invece, in Francia, Spagna e Svezia, essendo pari a mille euro – ovvero il tetto originariamente previsto anche per l’Italia a partire dal 2023. Addirittura la Grecia ha un tetto pari a soli 500 euro, il più basso di tutta l’area UE.

Ogni paese ha adottato scelte autonome in materia

Invece tra i paesi che hanno introdotto un tetto più alto, possiamo menzionare la Croazia, con 15mila euro, la Repubblica Ceca e Malta (pari a 10mila euro), la Lettonia (pari a 7.200), la Slovacchia e la Slovenia (pari a 5mila), la Polonia (pari a 3.300), il Portogallo e la Lituania (pari 3mila), la Danimarca (pari a 2.700) e la Romania (pari a 2mila).

Insomma, ogni paese UE ha scelto liberamente, sulla scorta di valutazioni di politica interna e in relazione all’apparato di norme fiscali e di regole di contrasto a pratiche volte ad aggirare le prime. Mentre la Commissione UE ha più volte ricordato che, pur non avendo introdotto vincoli europei in tal senso, auspica tetti comunque bassi all’uso del contante. 

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