Superbonus cambia tutto, la verità nel decreto Aiuti quater: detrazioni, cessione crediti e beneficiari

Novità Superbonus con il testo del decreto Aiuti quater, approvato dal Consiglio dei ministri in queste ore. Ancora spazio alla maxi agevolazione, ma secondo regole che vogliono renderla più sostenibile per i conti pubblici. 

Nell’ambito del decreto legge Aiuti quater sono tante le novità a favore di cittadini, famiglie ed imprese. Non mancano, come era ovvio aspettarsi, anche le novità in tema di Superbonus, previsto al 90% per i condomini il prossimo anno.

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D’altronde ferma intenzione del Governo è quella di razionalizzare le spese e gli investimenti, e proprio la maxi agevolazione dell’edilizia – oltre agli abusi ed alle irregolarità a cui ha condotto a causa di norme non esenti da punti deboli – si è rivelata altresì una misura costosissima per le casse dello Stato, come ha precisato in queste ore il Ministro dell’Economia Giorgetti.

Ecco perché sono certe le modifiche al Superbonus: già di esse si trova traccia nel decreto Aiuti quater, in attesa di ciò che sarà il testo della prossima manovra. Intanto, come accennato, ecco il passaggio del bonus edilizio dal 110 al 90%, ma senza interventi retroattivi che vadano a penalizzare chi ha inteso usufruire di questa agevolazione. Di seguito ulteriori dettagli in merito.

Novità Superbonus in arrivo contro le perdite per le casse dello Stato

Proprio le parole usate dal Ministro dell’Economia Giorgetti, nell’ambito della conferenza con la quale il Governo ha dettagliato le misure di cui al decreto Aiuti quater, chiariscono bene quale sia la posizione di Palazzo Chigi su questo delicato e controverso tema. “Non si è mai vista nella storia – almeno italiana – una misura che costasse così tanto per la finanza pubblica a beneficio di così pochi“. Insomma alla luce delle valutazioni fatte a livello ministeriale, sarebbero evidenti le storture e le iniquità di un meccanismo ideato per favorire la ristrutturazione degli edifici e il rilancio delle filiera delle imprese edili, ma che – dal punto di vista pratico – ha condotto a perdite nelle casse dello stato per 38 miliardi di euro. In particolare, la misura finora è costata 60 miliardi di euro, con 38 miliardi di costo in eccedenza rispetto alle previsioni.

Ecco perché il Superbonus sarà certamente revisionato: non sarà più al 110% ma al 90%  e proprio Giorgetti ha inteso precisare che la misura continuerà soltanto a favore di coloro che – effettivamente – non si possono permettere la ristrutturazione della casa. Finora il Superbonus è rimasto nella sostanza intatto, salvo alcuni provvedimenti correttivi che hanno cercato di mettere una pezza ad alcuni aspetti controversi della normativa – in primis la parte relativa alla cessione dei crediti.

No retroattività delle nuove norme sul Superbonus

In queste ore la svolta annunciata dal MEF, che intende sì proseguire sulla strada del Superbonus, ma andando espressamente incontro agli interessi dei più bisognosi, dei professionisti e degli operatori di settore. E senza dimenticare i delicati equilibri sul fronte della salvaguardia della finanza pubblica.

Rimarchiamo che le per le pratiche già in corso ed aventi ad oggetto il Superbonus, non vi saranno tuttavia sostanziali modifiche, e – pertanto – sono e saranno protetti i diritti e gli interessi di coloro che hanno già scelto la maxi agevolazione, in base alle leggi esistenti. Insomma, nessuna retroattività delle novità in materia. Infatti conserverà il diritto al 110% chi presenta la CILAS entro il 25 novembre.

Il credito d’imposta è una possibilità e non un diritto: la linea del Ministero è tracciata

C’è soprattutto la questione spinosa del credito d’imposta e della cessione, che ha alimentato grosse polemiche in questi mesi, e che ha causato la paralisi dei cantieri e il blocco dei lavori iniziati, con un oggettivo danno per moltissime imprese edili e committenti posti in una situazione di grave incertezza. A ciò si sono sommate le sentenze dei giudici che certamente non hanno contribuito a fare buona ‘pubblicità’ in tema di Superbonus, ma che anzi hanno rilevato diverse inefficienze e problematiche del meccanismo. Non solo: ultimamente le banche appaiono nuovamente molto caute e guardano con scarsa fiducia e con una certa diffidenza alla cessione del credito, per le conseguenze che ne potrebbero derivare sul piano delle responsabilità in caso di illecito.

Proprio sull’accesso al credito d’imposta collegato al Superbonus, una delle principali criticità lamentate dalla aziende del comparto dell’edilizia, il Governo ha indicato che interverrà. D’altronde si tratta di un problema reale di molte imprese, e che potenzialmente mette a rischio migliaia e migliaia di posti di lavoro. Proprio il Ministro Giorgetti ha fatto altresì notare che i cassetti fiscali sono pieni e non c’è più possibilità di assorbimento da parte dello Stato.

Insomma c’è oggettivamente qualcosa che non funziona e che non torna nel meccanismo del Superbonus, ma all’interno del Ministero intendono rassicurare sul fatto che si stia lavorando su una via d’uscita rispetto alla situazione attuale. Perciò non stupisce che il ministro dell’Economia abbia altresì chiarito che la cessione e la cedibilità del credito d’imposta consistono in una possibilità, e non in un diritto – facendo chiaramente capire che molto dovrà essere rivisto.

Detrazioni e cessioni: una importante distinzione

Lo scenario attuale, in termini pratici, si traduce nei termini che seguono ed in particolare, i beneficiari del Superbonus:

  • hanno la certezza di poter detrarre gli interventi dai loro redditi nel corso degli anni, e questa è una importante agevolazione che è già avvenuta moltissime volte in passato;
  • tuttavia non vi è altresì la certezza di trovare una banca o un istituzione che accetti la possibilità di cedere il credito d’imposta.

Proprio con riferimento al secondo punto, se così non fosse, Giorgetti ha spiegato sinteticamente che saremmo in realtà innanzi ad una sorta di ‘nuova moneta’, che però appunto non è stata creata – né l’Italia avrebbe gli strumenti o l’interesse a farlo.

Conclusioni

In estrema sintesi avremo dunque un Superbonus al 90% per i condomini nel 2023, grazie alle novità del DL Aiuti-quater, e la riammissione fino a marzo delle unifamiliari, o villette, con lavori già a buon punto e fino a dicembre 2023 per le prime case – se si è sotto la soglia dei 15mila euro di reddito.

Proprio così: il DL Aiuti-quater riapre fino al 31 marzo 2023, con aliquota pari al 90%, la detrazione (ad oggi al 110% e in scadenza al 31 dicembre di quest’anno) per le case unifamiliari su cui, al 30 settembre 2022 siano stati compiuti lavori per almeno il 30% dell’intervento totale.

Si tratta delle novità, già preannunciate nei giorni scorsi dall’Esecutivo, e che ora sono incardinate nel testo del DL Aiuti-quater approvato dal Consiglio dei Ministri nelle scorse ore.

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