Congedo biennale pagato, non sempre è un vantaggio per TFR e scatti di anzianità

Il congedo biennale, come suggerisce la parola, dura 2 anni, ma come funziona nello specifico? Ecco cosa c’è da sapere e chi può usufruirne

Com’è noto, il congedo biennale dura al massimo due anni rispetto all’intera carriera lavorativa, ma come funziona? Ecco cosa c’è da sapere in merito.

 

Congedo biennale
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Il congedo in questione può essere richiesto in due modi: la prima è quella frazionata, mentre la seconda si definisce continuativa. Può fare richiesta di tale congedo la moglie oppure il marito.

Ma in caso di dipartita o altro impedimento, la possibilità di usufruire del congedo passa ai parenti più prossimi come i genitori, i figli oppure i fratelli o sorelle.

Se un docente oppure un soggetto che lavora a scuola come personale amministrativo, tecnico e ausiliario utilizza il congedo, a questi spetta uno stipendio che è uguale a ciò che percepiva prima di usufruire del congedo.

Chiaramente, dai calcoli restano fuori possibili retribuzioni accessorie o indennità presenti in busta paga. Per indennità si intende, ad esempio, quella di direzione, incarico di progetto oppure pagamento straordinario.

Congedo biennale, come funziona? L’Istat

Come già detto in precedenza, è possibile usufruire del congedo biennale in forma frazionaria o cumulativa. Il congedo in questione può essere richiesta dai parenti più stretti della persona in difficoltà e si va dal coniuge fino ai figli, fratelli eccetera.

È importate sottolineare che durante il lasso di tempo in cui si usufruisce del congedo non sarà possibile maturare le ferie oppure la tredicesima. Inoltre, tale periodo non è considerato per il calcolo del TFS ed anche del TFR.

Come riportato da orizzontescuola.it, tali ‘regole’ sono scritte all’interno dell’articolo 42 comma 5-quinquies. Il Decreto Legislativo i riferimento è il numero 151/2001.

Ma come funziona il congedo parentale e la paternità? Qualcosa è cambiato, ecco cosa c’è da sapere in merito.

Congedo parentale e pensione

La persona che però decide di avvalersi del congedo biennale matura, durante tale periodo,  comunque gli anni per la pensione. Tale diritto è incluso della circolare numero uno 2012 del Dip. per la Funzione Pubblica.

Come in molti probabilmente sanno, tale diritto non è scontato in quanto non funziona allo stesso modo, ad esempio, se si è dipendenti privati.

Per coloro che sono dipendenti pubblici, infatti, vi è il vincolo per l’Amministrazione di fare un calcolo, di trattenere ed anche versare i contributi necessari per la quiescenza. Insomma, è un versamento dei contributi ‘ordinari’ e non figurativi. Tale disciplina è rintracciabile nel Dip. della Funzione pubblica n. 2285 del 15.01.2013.

Il congedo biennale non è utile agli scatti di anzianità

Come detto nel paragrafo precedente, il congedo biennale è calcolato ai fini della quiescenza, ma non si può dire la medesima cosa per gli scatti di anzianità.

Per gli scatti di anzianità, infatti, è richiesto che il lavoratore svolga pienamente la sua funzione sul luogo di lavoro. Ciò, chiaramente, non è previsto durante il congedo.

Anche il Consiglio di Stato si è pronunciato in merito con il parere n. 3389 2005.

Ovviamente, prima di richiedere il congedo è bene rivolgersi ad esperto del settore che sicuramente potrà fornire maggiori informazioni rispetto alla condizione di ognuno.

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