Riforma pensioni: Salvini, dall’RdC i fondi per impedire il ritorno della Legge Fornero, la possibilità è reale

L’idea di Matteo Salvini è di spostare le risorse dal Reddito di Cittadinanza alle pensioni per impedire il ritorno della Legge Fornero. 

Per una Riforma delle Pensioni flessibile servono soldi che lo Stato italiano non ha. Salvini suggerisce di prenderli dal Reddito di Cittadinanza.

Salvini pensione
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L’incubo degli italiani è il ritorno della Legge Fornero. Tutti i sogni di flessibilità in uscita dal mondo del lavoro verrebbero infranti e le speranze di un pensionamento prima del tempo riposte in un cassetto. Salvini afferma che la Lega sta cercando soluzioni alternative alla Legge Fornero che possano mostrarsi dalla parte dei lavoratori. Nel frattempo il primo partito d’Italia Fratelli d’Italia con la Premier Giorgia Meloni lavora parallelamente ragionando su diverse possibilità. Citiamo la proroga di Opzione Donna e dell’APE Sociale per agevolare specifiche categorie e l’invenzione di Opzione Uomo per consentire ai lavoratori uomini di lasciare il lavoro con 9 anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia. Poi c’è l’ipotesi di Quota 100 (o Quota 102) flessibile per ampliare la platea dei beneficiari di uno scivolo verso il pensionamento anticipato. E poi spunta la proposta di Salvini, Quota 41 modificata per tutti prendendo i soldi dall’RdC.

Le dichiarazioni di Salvini sul tema pensioni

Matteo Salvini ha affermato “Posso dire che i calcoli che stiamo facendo con i tecnici della Lega ci permettono di dire che può essere stoppata la Legge Fornero avviando Quota 41 magari da 61/62 anni“. Per finanziare questo progetto “i soldi li prendi rivedendo il Reddito di Cittadinanza, che ora è eterno, ma se metti un periodo di pausa recuperi le risorse“.

Il piano di Salvini, dunque, è chiaro. Modificare l’RdC per trovare le risorse al fine di garantire Quota 41 a tanti lavoratori e consentire il pensionamento a 61 o 62 anni. Il nuovo Ministro delle Infrastrutture si è così espresso in un’intervista su Rete 4 ma il suo progetto è realizzabile?

In cosa consiste Quota 41

Secondo indiscrezioni l’ipotesi più realizzabile è di Quota 41 disponibile per i lavoratori che raggiungono i 61 o i 62 anni di età. Questo paletto, poi, potrebbe inizialmente essere diverso per specifiche categorie e successivamente diventare più flessibile. L’idea, dunque, è di un cambiamento graduale per rientrare nei limiti di spesa preventivati dal Governo (restare sotto 1 miliardo di euro per il pacchetto previdenziale 2023).

Condizione necessaria indipendentemente da quale sarà l’età di riferimento il versamento di 41 anni di contributi. Ad oggi la misura prevede la possibilità di andare in pensione con 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini senza limiti di età anagrafica. La finestra mobile è di tre mesi dalla maturazione dei requisiti. Il problema di estendere Quota 41 integrale così come è oggi a tutti i lavoratori riguarda i costi che lo Stato non può sostenere. Se tutti coloro che hanno iniziato a lavorare a 16 anni andassero in pensione a 57 anni la misura costerebbe 4 miliardi di euro il primo anno e 9 miliardi nel decennio successivo. Ben oltre la soglia prefissata. L’unica soluzione sarebbe l’introduzione del paletto anagrafico.

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