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La Barilla fa la Pasta, ora ci insegna come cuocerla con un dispositivo risparmia-gas

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Il Marchio Barilla fa la Pasta e noi la mangiamo. Fino ad oggi era più o meno così. Oggi il pastificio vuole anche farci risparmiare gas.

Se qualche mese fa ci avessero presentato un dispositivo Bluetooth da costruire e da mettere sulla pentola per risparmiare il gas forse avremmo fatto due risate. Invece oggi, chissà.

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La crisi energetica, la speculazione e lo spettro della guerra nucleare stanno sortendo numerosi effetti sulla mente delle persone. In alcuni casi stimolano la creatività. È il caso (forse) del dispositivo inventato da Barilla, la nota azienda che produce la Pasta e altri prodotti alimentari.

Vediamo come funziona questo innovativo sistema, in realtà molto semplice, e come potrà “aiutarci a superare la crisi energetica”. O almeno a farci diventare dei bravi “dr. Gadget” per un giorno.

La Barilla fa la Pasta, e ora ci insegna come cuocerla con un dispositivo risparmia-gas

L’idea di Barilla sfrutta un’altra idea geniale che in questi mesi ha fatto il giro del web. Ovvero, la cottura della pasta “senza fuoco”. Non appena il prezzo del gas ha iniziato a salire vertiginosamente, tante persone hanno voluto dare il proprio contributo.

Qualcuno ha insegnato, attraverso i canali social, che possiamo cuocere la pasta anche senza la fiamma. O meglio, farla cuocere in acqua bollente per due minuti, poi spegnere il gas e lasciar finire la cottura per i restanti 7-8 minuti. Ciò è possibile grazie al calore che rimane nella pentola a lungo. Ovviamente se ci abbiamo tenuto il coperchio.

7 minuti risparmiati oggi, 7 domani, probabilmente avremo una bolletta del gas un po’ più leggera. Consideriamo poi che gli italiani mangiano la pasta praticamente tutti i giorni e il gioco è fatto.

Ma in tutto questo, cosa c’entra la Barilla? Ebbene, per “incentivare” l’uso della tecnica salva gas, o della pasta cotta a fuoco spento che dir si voglia, ha inventato un dispositivo elettronico. Il cui progetto è open source, ovvero chiunque può realizzarlo liberamente.

Si chiama Passive Cooker, e si avvale della tecnologia Bluetooth. In pratica basta metterlo sul coperchio della pentola dove bolle l’acqua con la pasta. I sensori del dispositivo rilevano quando siamo arrivati alla temperatura di ebollizione. Calcolano 2 minuti. Poi ci avvisano sullo smartphone che è arrivato il momento di spegnere il fuoco. E dunque di lasciar continuare la cottura della pasta per i restanti minuti.

Andando a curiosare nel sito ufficiale Barilla/cottura passiva, troviamo ulteriori informazioni. Ad esempio quanto segue.

Il Passive Cooker è il primo smart device per cucinare la pasta riducendo le emissioni di Co2. È costruito assemblando una serie di elementi: un case stampato in 3D con filamento 100% biodegradabile, batterie AAA nella versione più ecologica, un sensore di temperatura e una scheda Arduino. Il dispositivo funziona dialogando con un’applicazione mobile dedicata.

Ma non è tutto. Il dispositivo non è in vendita, ma dobbiamo costruircelo da soli. Come? il progetto open source lo troviamo sul sito stesso della Barilla. Per prima cosa ci serve una stampante 3D. Che sicuramente non è presente nelle case di tutti gli italiani. Usarla è anche molto difficile e ci vuole un esperto.

Poi dobbiamo avere la cura di procurarci il materiale giusto (biodegradabile ma resistente al calore). A meno che non vogliamo ritrovarci un “blob” plastico che si scioglie al primo utilizzo sopra alla nostra bella pentola. E ovviamente i software e i sensori necessari a collegarsi con l’app e gli smartphone. Insomma, dobbiamo diventare tecnici/ingegneri in un giorno. Sicuramente, intanto, abbiamo speso qualche centinaio di euro.

Ne vale davvero la pena, per risparmiare pochi spiccioli di gas? La domanda è d’uopo. Quella di Barilla è di certo un’iniziativa di marketing azzeccata, e un’idea positiva per sponsorizzare il risparmio quotidiano di gas.

Ma viene da chiedersi: per prima cosa, quanta Co2 verrà impiegata per produrre il dispositivo stesso? O quanto le batterie inquineranno anche se di “stampo ecologico”?

Viene da chiedersi, soprattutto, se non possiamo adottare la tecnica per cuocere la pasta semplicemente guardando l’orologio.

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