Le imprese italiane stanno compiendo una vera e propria battaglia senza quartiere per arginare le amare conseguenze del caro energia.
Vi sono realtà del nostro Paese che stanno escogitando soluzioni e varianti alternative. Ingegno per fronteggiare la crisi.
Lo sappiamo, le società che non son riuscite a dotarsi di un’alternativa alle fonti energetiche se la son vista brutta. Una delle tante imprese impegnate in questa lotta ha sede a Ginosa, in provincia di Taranto, il suo nome è Ecologistic Spa. L’azienda ce la sta mettendo tutta, ma potrà reggere ancora solo per una trentina di giorni.
Un’impresa improntata all’economia circolare. Queste le sue attività:
Ecologistic Spa conta circa 150 dipendenti diretti e altrettanti indiretti, con una portata d’affari che nel 2021 si registrava a 18 milioni di euro. Per il 2022 si prevedeva una crescita del ricavato pari al 30%. Ovviamente tutto dipenderà dalle spese relative all’energia.
Il ceo della società, Felice Bitetti, racconta il presente del Gruppo:
Avevamo un contratto di energia a luglio 2021 al costo di 9 centesimi a kWh. A luglio è scoppiato il costo unitario a 53 centesimi a kWh: 640mila euro di bolletta, salita a 730mila euro ad agosto.
L’azienda ha cominciato a stravolgere le turnazioni e gli orari di lavoro, oltre a arrestare le strumentazioni cosiddette superenergivore.
Al principio del mese di ottobre sono stati chiusi due comparti, circa 20 dipendenti stanno consumando ferie. Se non dovesse bastare si passerà alla Cassa Integrazione.
L’impresa può ancora contare su 120 giorni di articoli a deposito e si può immaginare una sospensione momentanea dell’iter produttivo. Se le cose non dovessero mutare e migliorare, si potrà resistere ancora per una trentina di giorni.
Ecologistic Spa sta siglando un contratto per un allestimento fotovoltaico che garantirà cali di circa il 50-60%, sebbene prima di almeno un semestre non potrà entrare in funzione.
Stando sempre a Bitetti, i sussidi governativi non basteranno. Il credito d’imposta sull’utilizzo energetico non è sufficiente. È uno stato emergenziale alla stregua di quello vissuto in pandemia.
Occorrono, anzi urgono disposizione di matrice europea. Ma non tutti gli Stati segnalano tali problematiche. Non mancano gli speculatori pronti a profittare dei rincari.
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