In arrivo la mail dell’INPS e non piace affatto: pagamenti e sanzioni inaspettate

Il versamento dei contributi è molto importante e se non lo si fa si potrebbe andare incontro a sanzioni: attenzione a questa mail, ecco perché

L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale è sempre molto allerta quando si parla di contributi e tutti i lavoratori dovrebbero fare attenzione al versamento di questi: attenzione a questa mail.

Contributi
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Il pagamento dei contributi è un obbligo a cui devono assolvere tutti i lavoratori, infatti, chi non lo fa viene inquadrato come evasore.

Se non si pagano i contributi dovuti all’INPS, l’Istituto provvederà ad inviare una prima notifica al soggetto generalmente entro un massimo lasso di tempo di 2 anni.

Come anticipato, se non vi è il pagamento congruo dei contributi ci sarà una notifica da parte dell’INPS e il primo passaggio è quello dell’invio di una PEC oppure sarà inviata una raccomandata con ricevuta di ritorno.

Nel corso del tempo, chiaramente, i contributi da pagare saranno sempre più alti. Ma non è in esame soltanto l’importo maggiorato da pagare perché, nel corso degli anni, saranno giunte anche delle sanzioni.

Dopo che i solleciti saranno stati ignorati da parte del soggetto, l’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale manderà una cartella esattoriale e questa avrà un importo maggiore.

Se anche quest’ultimo sollecito da parte dell’Agenzia dell’entrate sarà ignorato dal soggetto, allora quest’ultimo potrà andare incontro a sanzioni del tipo: fermo amministrati o pignoramento. Oppure Iscrizione di ipoteca.

Contributi non pagati: è possibile la rateizzazione?

Non pagare i contributi all’INPS può comportare sanzioni davvero molto onerose ed a volte può essere davvero difficile ripagarli tutti in un’unica soluzione: è possibile fare una rateizzazione?

Secondo quanto riportato da thewam.it, la risposta è sì. In questo modo il lavoratore sarà favorito e potrà dunque estinguere il debito.

Purtroppo, però, tale modalità pare non sia sempre possibile dal momento che è necessario rispettare i requisiti richiesti come quello di non poter pagare tale debito secondo i requisiti vigenti.

In pratica, l’importo rateizzato deve superare il venti per cento del reddito dell’intero nucleo familiare. Tale reddito di calcola mensilmente.

La prescrizione

Se tali contributi non vengono pagati vi è la possibilità di prescrizione e di recente l’Istituto Nazionale di Previdenza sociale ha cambiato i tempi. Ad oggi, infatti, sarebbe possibile far andare in prescrizione i contributi non pagati dopo 5 anni.

Un’altra questione importante che riguarda i contributi riguarda quelli figurativi, infatti, in merito a tale argomento bisogna fare molta attenzione: ecco tutte le informazioni in merito.

Ritornando alla questione della prescrizione, in molti si potrebbero chiedere come funziona. In pratica se entro 5 anni il soggetto non riceve nessuno ingiunzione di pagamento tale lavoratore si può avvalere della prescrizione.

Di conseguenza, si avrà il diritto a non pagare tale debito e l’INPS non potrà più recuperare il credito.

Ovviamente, per dettagli in merito alla singola situazione è necessario recarsi e chiedere consiglio ad un proprio consulente di fiducia.

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