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Pensione a 62 anni nel 2023? La straordinaria opportunità per questi soggetti

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È consentito accedere alla pensione con soli 62 anni di età? Per la legge, i metodi a disposizione sono vari.

Il nostro ordinamento concede la pensione solo a coloro che possiedono determinate condizioni, anagrafiche e/o contributive.

Foto Canva

Ci sono strumenti pensionistici per i quali è richiesto il possesso di entrambi i presupposti, come, ad esempio, la pensione di vecchiaia ed altri che, invece, prevedono il solo requisito contributivo, come le pensioni anticipate.

Esistono, dunque, dei sistemi che permettono di accedere al pensionamento anche solo con 62 anni di età, ben 5 anni prima il compimento dei 67 anni, necessari per la pensione di vecchiaia. Vediamo, dunque, quali sono i meccanismi grazie ai quali i lavoratori possono usufruire di questa possibilità.

Per ulteriori informazioni, leggi anche il seguente articolo: “Bastano 56 anni per andare in pensione? Incredibile ma vero!

Pensione a 62 anni: pensione anticipata ordinaria

Il primo metodo per smettere con un’anzianità anagrafica minore è la pensione anticipata ordinaria. Si tratta di una misura che richiede il solo requisito contributivo.

Per l’anno in corso (e almeno fino al 2026), possono accedervi tutti i lavoratori che possiedono 42 anni e 10 mesi (se uomini) o 41 anni e 10 mesi di contributi (se donne). È, senza dubbio, una facoltà molto vantaggiosa, soprattutto per coloro che hanno iniziato la propria carriera lavorativa molto giovani, a circa 19 anni. Ci sono, tuttavia, anche dei metodi per aumentare il montante contributivo, come, ad esempio, il riscatto degli anni di laurea o il versamento volontario (il costo di questa operazione, però, è abbastanza alto).

Quota 41: a chi spetta?

In alternativa alla pensione anticipata ordinaria, i lavoratori precoci possono sfruttare Quota 41. Lo strumento è utilizzabile da coloro che hanno maturato almeno 41 anni di contribuzione, di cui uno prima del compimento dei 19 anni.

Quota 41, tuttavia, spetta solo a specifiche categorie di lavoratori. In particolare a:

  • disoccupati;
  • caregiver che prestano assistenza, da almeno 6 mesi, al coniuge o ad un familiare con disabilità grave;
  • lavoratori invalidi, ai quali è stata riconosciuta una percentuale di invalidità pari o superiore al 74%;
  • lavoratori addetti a mansioni gravose, usuranti o che prevedono turni di notte.

In altre parole, i lavoratori che hanno intrapreso la propria attività poco più che maggiorenni, possono andare in pensione a 62 anni di età, tramite lo strumento di Quota 41. Questa opzione, però, è solo sperimentale e, per il momento, è stata confermata per il 2023 e fino al 31 dicembre 2026.

Quota 100: è ancora valida?

Oltre alla pensione anticipata ordinaria e a Quota 41, chi ha compiuto 62 anni di età ha a disposizione anche Quota 100.

Questa tipologia di pensionamento, però, sarà in vigore solo fino al prossimo 31 dicembre e solo per i lavoratori che, entro il 31 dicembre 2021, hanno raggiunto i due requisiti richiesti: 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contribuzione.

La normativa, però, prevede due finestre mobili; una di 3 mesi, riservata ai lavoratori privati, un’altra di 6 mesi, per i lavoratori pubblici. Non sono previste, però, delle penalizzazioni sull’importo dell’assegno pensionistico spettante.

Quota 100, dopo dicembre, dunque, non esisterà più. Al suo posto si potrà usufruire di Quota 102, che consente il pensionamento anticipato a coloro che hanno 64 anni di età e 38 anni di contributi. Tuttavia, anche quest’ultimo strumento avrà durata momentanea; è stato annunciato, infatti, che non vi sarà una proroga per il 2023, anche se, i lavoratori che raggiungeranno i presupposti entro il 31 dicembre 2022, potranno accedervi fino alla fine del prossimo anno.

Non perdere il seguente approfondimento: “Pensione con 15 anni di contributi: una fantastica occasione riservata solo a pochi“.

Pensione a 62 anni: che cos’è la RITA?

C’è, infine, un’ultima strada per andare in pensione a 62 anni, la cd. RITA. È la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, uno strumento pensionistico reso stabile dalla Legge di Bilancio 2022.

È riservata a coloro che non possiedono un’occupazione e hanno specifici requisiti reddituali. In particolare, consente di andare in pensione ben 5 o, in alcuni casi, 10 anni prima rispetto a chi smette di lavorare con la pensione di vecchiaia.

I presupposti da possedere per fruire della RITA sono i seguenti:

  • compimento di almeno 62 anni (cioè 5 in meno rispetto all’età per la pensione di vecchiaia);
  • maturazione di almeno 20 anni di contribuzione, nel regime obbligatorio di appartenenza;
  • raggiungimento di 5 anni di contributi versati alle forme pensionistiche complementari;
  • non svolgere alcuna attività lavorativa, anche da molto tempo.

Se si accede a tale misura, il titolare del fondo pensione complementare può ricevere una rendita mensile fino al raggiungimento dei 67 anni. Alla fine, il lavoratore che percepisce la RITA può decidere se riscattare l’intera somma maturata sul Fondo oppure solo una quota, che verrà erogata mensilmente.

 

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