Rendimenti: a sorpresa spicca il titolo BTP Green 2045 ed è veramente interessante

I rendimenti dei titoli di Stato si basano sul capitale investito, sul reddito generato e sulla durata dell’investimento.

La prima emissione del BTP Green 2045 c’è stata più di un anno fa. Ora in circolazione ci sono titoli “verdi” per un totale di 13,5 miliardi di euro.

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Sono titoli di Stato per il mercato finanziario sostenibile. Con il comunicato stampa numero 155 del 5 settembre il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha reso noto il collocamento di un titolo BTP Green 2035.

Il sistema utilizzata è l’asta sindacata. Ma cosa sono i titoli green? Sono titoli di Stato destinati a finanziare le spese in ambito sostenibile come fonti rinnovabili, efficienza energetica, o tutela dell’ambiente.

Rendimenti: a sorpresa spicca il titolo BTP Green 2045 ed è veramente interessante

Dopo le elezioni politiche molti investitori si aspettavano un “terremoto” nel mercato finanziario italiano che in realtà non ci è stato, almeno per il momento.

Anche se comunque i rendimenti dei titoli in Eurozona sono negativi. Tra questi spicca il BTP Green 2045 con cedola 1,50% e ISIN IT0005438004.

Questo titolo nelle scorse ore è valutato con una quotazione inferiore a 61 centesimi. Se all’inizio nel 2022 era quotato a 94 centesimi, ora perde il 35% con un rendimento lordo del 4,20%. Se acquistassimo il titolo ora ogni anno alla scadenza entrerebbe il 4,20%.

La convenienza del BTP Green 2045 è nel prezzo perché alla scadenza il rimborso sarà a 100, oggi invece si comprerebbe a 61. Di conseguenza, il 40% del guadagno si avrebbe fra due decenni e più. Le cedole comunque potrebbero far incassare ogni anno importi per quasi 2,50% della somma investita.

Il già citato BTP Green 2035 avendo una vita più corta, sempre nello stesso periodo, offriva un rendimento ancora più conveniente. Infatti, stacca una cedola effettiva annua lorda del 4,17% alla pari con il rendimento totale del Green 2045. Quasi tre volte tanto.

Di solito le scadenze più lunghe sono più remunerative, ma in questo caso l’inflazione molto alta incide negativamente sui titoli medio-lungo rispetto a quelli di medio-breve periodo.

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