Dopo il voto per BTP, Borsa e Spread, come è cambiata (o cambierà) la scena finanziaria

Le elezioni politiche rappresentano un motivo di preoccupazione per il mercato finanziario non solo italiano ma anche europeo.

L’Europa si aspettava che le elezioni del 25 settembre creassero un terremoto portando i mercati in negativo. Così come era successo nel 2018 quando nacque la “strana” coalizione tra Lega e Movimento 5 Stelle.

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Ma ciò non è successo. O almeno non ancora. Anzi secondo i dati del Corriere della Sera il mercato finanziario sta reagendo abbastanza positivamente dall’esito delle votazioni che, come sappiamo, ha portato alla vittoria del centrodestra.

Elezioni politiche in Italia: come è cambiata (o cambierà) la scena finanziaria del Paese

Da subito considerata la favorita per la carica di premier del prossimo governo, molti investitori ricordano però che Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) è sempre stata contraria all’euro. Come contrario era nel 2018 Matteo Salvini della Lega. Però, mentre quell’anno i mercati crollarono, oggi (almeno per il momento) stanno proseguendo come se nulla fosse successo.

Questo è possibile, come si legge sul Corriere della Sera, solo perché molti investitori hanno notato come la Meloni «abbia evitato grandi promesse di spesa, resista all’idea di uno scostamento di bilancio e mantenga una linea filo-atlantica». Ma questo non significa che il nuovo governo italiano avrà “vita facile”, anzi.

Il governo italiano dopo le elezioni dovrà affrontare un periodo di incertezza economica con l’inflazione che continua a crescere. Ma dovrà anche tener presente l’aumento dei tassi previsti della Banca centrale europea (BCE). Aumento che potrebbe nel 2023 avere come conseguenza il mancato riacquisto di 25 miliardi di euro di debito italiano.

Titoli di Stato e spread

Tra l’altro, l’aumento dei tassi della BCE potrebbe spingere i rendimenti del BTP decennali verso il 5%. Il governo potrebbe togliere alcune risorse dall’economia per ridurre il deficit e mantenere sotto controllo lo spread. Questo sarà necessario anche perché nel 2023 i titoli di Stato che saranno emessi sul mercato saranno valutati intorno a 100 miliardi di euro. Senza considerare quelli da rinnovare a cifre ancora più alte.

A breve sarà pubblicata la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF) da parte del dipartimento del Tesoro che dimostrerà che non saranno possibili nuovi deficit. Le conseguenze si “sentiranno” al momento di fare la legge di bilancio causando problemi fra gli alleati. Quindi, sarà proprio allora che i mercati finanziari potrebbero subire forti scossoni.

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