Pellet: in arrivo un Bonus per contrastare l’aumento eccessivo dei prezzi

Il caro energia ha innalzato vertiginosamente il prezzo del pellet. Ma ci sono dei Bonus per ammortizzare la spese.

La spesa per l’acquisto del pellet è quasi triplicata e, dunque, i cittadini sono alla ricerca di agevolazioni economiche per sostenere l’aumento dei prezzi.

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Foto Canva

La stufa a pellet, negli ultimi anni, è stata considerata la soluzione migliore, perché più ecologica ed economica degli altri metodi di riscaldamento. Nelle ultime settimane, purtroppo, la situazione è decisamente cambiata, a causa dei rincari dei prezzi di tale combustibile. Non solo, è diventata merce rara, perché le scorte sono quasi esaurite in poco tempo.

Già nel mese di giugno c’erano stati i primi segnali di una crisi immanente; erano stati registrati, infatti, dei costi raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2021.Per questo motivo, si sta pensando a delle soluzioni. Ad esempio, il Movimento 5 Stelle ha proposto di diminuire l’IVA sul combustibile dal 22% al 10%, con il Dl. Aiuti. Ma non è l’unica misura, perché i cittadini potranno richiedere anche il cd. Bonus stufa a pellet. Vediamo di cosa si tratta.

Per ulteriori informazioni, consulta il seguente articolo: “Bonus stufa a pellet: il contributo per affrontare l’inverno, ma non è per tutti“.

Pellet: le città italiane con i prezzi più elevati

I proprietari di stufe a pellet dovranno affrontare una spesa non indifferente per l’acquisto del combustibile. I prezzi, infatti, sono raddoppiati o triplicati ovunque. Ad esempio, a Bergamo, per una sacchetta standard da 15 kg si superano i 12 euro. A Olbia, in Sardegna, lo scorso anno, per una confezione si spendeva intorno ai 6 euro, mentre ora circa 12 euro.  Ed alcuni commercianti sono stati costretti a prendere decisioni drastiche. Essi, infatti, dichiarano: “Non venderemo pellet quest’anno, non vogliamo essere complici di questa situazione e non vogliamo lucrare sui beni primari e sulle disgrazie altrui”.

A Lucca, in Toscana, un pacco di pellet costava 5 euro, mentre ora addirittura 14 euro.  L’AIEL, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali, in una nota sul proprio sito web, ha specificato che “l’Italia importa la maggior parte del pellet da Austria, Francia e Germania. L’effetto è indiretto e legato al blocco del legname proveniente dalla Russia, che ha determinato per questi Paesi europei una diminuzione del legno da lavorare. La legge della domanda e dell’offerta ha fatto il resto”.

Attenzione alle truffe

In base alle informazioni dall’AIEL, il settore della filiera legno-energia cuba in Italia ha un fatturato di circa 4 miliardi di euro, con 14 mila aziende attive e 72 mila lavoratori. Con i rincari così elevati, tuttavia, molti italiani potrebbero davvero decidere di rinunciare al riscaldamento per il prossimo inverno, con degli impatti, quindi, anche sul comparto industriale.

Il Movimento 5 Stelle, intanto, tramite il deputato friulano Luca Sut, ha presentato un emendamento per introdurre “un abbassamento strutturale dell’IVA sul combustibile dal 22% al 10%, all’interno del prossimo Decreto Aiuti, per alleggerire i costi a carico delle famiglie”.

Le famiglie, però, devono fare i conti anche con le numerose truffe, soprattutto online. In Liguria, a La Spezia, ad esempio, il Comando provinciale del Reparto antifrode dell’Ufficio delle Dogane ha consegnato alla Caritas diocesana circa 54 mila kg di pellet, sequestrati presso la zona portuale. La refurtiva recava marchi contraffatti e false indicazioni sulla classe di efficienza.

Per scoprire di più sulle truffe, leggi anche: “La truffa sul web per chi compra pellet: attenzione ai siti utilizzati per l’acquisto“.

Bonus stufa a pellet: come risparmiare

La stufa a pellet, tutt’oggi, viene considerata la soluzione meno inquinante, tra gli impianti di riscaldamento disponibili. Questo dispositivo, però, è abbastanza costoso. Il suo prezzo, infatti, va dai 1.500 ai 3.000 euro, mentre, per un impianto ad acqua, si spende tra i 2.500 e i 4.000 euro. Alla spesa, poi, vanno aggiunti 200- 300 euro per l’impianto, circa 30 euro a metro quadro per la costruzione della canna fumaria ed, infine, l’acquisto delle sacchette di pellet (circa 15 euro al pezzo).

Per incentivarne l’acquisto e l’installazione, dunque, ci sono delle agevolazioni economiche. Per evitare di dover pagare bollette esorbitanti, a causa della crisi energetica, i cittadini potranno beneficiare del cd. Bonus stufa a pellet. Di cosa si tratta e come si richiede?

In cosa consistono le agevolazioni?

Per incoraggiare i cittadini ad abbandonare il riscaldamento a gas e passare alle biomasse, il Gestore dei servizi energetici (Gse) ha introdotto l’erogazione di un contributo del 65%, per il passaggio alle stufe a pellet.

Sul sito dell’ente si può reperire la lista di tutti gli impianti di riscaldamento, camini, stufe, termocamini e caldaie, che rispettano i requisiti energetici previsti dalle norme per accedere ai vari Bonus a livello nazionale e regionale.

La domanda deve essere inoltrata telematicamente alla fine dei lavori, allegando la documentazione riguardante l’installazione del sistema e le fatture di tutte le spese sostenute. L’importo spettante è versato in un’unica soluzione, se la somma è inferiore a 5 mila euro; in caso contrario, l’erogazione avviene in due rate annuali.

Altre due agevolazioni utilizzabili sono l’Ecobonus e il Bonus ristrutturazione edilizia. L’Ecobonus comporta un rimborso del 65%, fino ad un massimo di 30 mila euro; con il Bonus ristrutturazione edilizia, invece, il rimborso è del 50%, fino ad un massimo di 96 mila euro. In quest’ultimo caso, però, la stufa deve avere un rendimento non minore del 70%. Per usufruire di entrambi i benefici economici, l’acquisto dell’impianto deve essere effettuato entro il 31 dicembre 2022.

 

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