TFR: il metodo utile e non rischioso per aumentare l’importo

Il trasferimento del TFR su un Fondo pensione è conveniente? Quali sono i pro ed i contro di questa operazione? Ecco tutti i dettagli.

Molti lavoratori si chiedono se trasferire il proprio TFR su un Fondo pensione porti dei vantaggi. Le ipotesi sono diverse.

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Gestire l’ammontare del Trattamento di Fine Rapporto non è affatto semplice, perché significa prendere delle decisioni che potrebbero avere importanti ripercussioni negli anni futuri. La legge consente direttamente ai lavoratori di disporre liberamente dell’importo spettante e decidere in che modo farlo fruttare al meglio.

Cosa sarebbe bene fare? Lasciare il TFR in azienda o traferirlo su un Fondo pensione? A seconda della scelta, le somme potrebbero variare anche di decine di migliaia di euro.

Tuttavia, durante il periodo lavorativo, i contribuenti non vengono informati sulle possibilità a loro disposizione e, nella maggior parte dei casi, non hanno gli strumenti idonei per valutare tutte le opzioni. Non tutti, infatti, sono esperti di finanza e, quindi, risulta davvero complicato capire, a livello di tassazione, obiettivi, rischi, se convenga lasciare il TFR in gestione all’azienda, oppure spostarlo su un Fondo.

Facciamo il punto della situazione e cerchiamo di analizzare attentamente le possibilità offerte da entrambe le opzioni.

TFR: perché lasciarlo in azienda?

Il TFR è, forse, uno dei diritti a cui i lavoratori sono più affezionati e la sua erogazione è attesa con eccitazione, come ricompensa per i lunghi anni di sacrifici lavorativi. È regolato dalla Legge n. 297 del 29 maggio del 1982, che ha riformato la normativa in materia. Prima di tale provvedimento, infatti, vigeva una legge emanata in epoca mussoliniana (la cd. Carta del Lavoro, del 1927). Essa sanciva il diritto per i lavoratori di ottenere, nell’ipotesi di licenziamento senza colpa o di morte, un’indennità adeguata al periodo di lavoro realmente effettuato e calcolata sull’ultima mensilità percepita.

Attualmente, per calcolare l’ammontare del TFR, l’azienda mette da parte una percentuale del reddito lordo annuo del dipendente, insieme ad un contributo obbligatorio al Fondo di Garanzia Nazionale, gestito dall’INPS. Ed è proprio l’Istituto previdenziale che si sostituisce all’azienda, nel caso in cui non riesca più a corrispondere al lavoratore quanto gli spetta a titolo di TFR.

Molto spesso, infatti, le aziende non sono in grado di versare il Trattamento di Fine Rapporto ai dipendenti. E questa è una considerazione che va attentamente valutata, prima di decidere dove lasciare i propri soldi.

Consulta anche: “TFR: spetta in caso di licenziamento per assenza ingiustificata? La risposta che in molti non conoscono“.

I rischi del Fondo pensione

La normativa sulla destinazione del TFR (farlo rimanere in azienda o trasferirlo su un Fondo pensione) si basa su 3 elementi. Innanzitutto, la certezza che deve spettare a tutti, poi, la circostanza che la somma raggiunta, se lasciata in azienda, deve essere oggetto di rivalutazione. Infine, che se ne ha bisogno, il lavoratore può richiederne una quota in anticipo.

Per approfondire sull’anticipo del TFR, leggi: “Guida all’anticipo del Tfr: i dipendenti privati devono conoscere ogni diritto“.

Il secondo aspetto è quello da tener bene a mente prima di decidere. La rivalutazione, infatti, non è sempre vantaggiosa. In alcuni casi, dunque, gli stessi soldi, investiti in un Fondo pensione, potrebbero portare a delle rendite maggiori.

Per quale motivo? C’è una notevole differenza di trattamento fiscale, che può portare ad un’incidenza variabile da 7 a 14 punti percentuali sulla somma. Inoltre, i Fondi pensione prevedono investimenti in titoli quotati in borsa, ossia azioni od obbligazioni. Si tratta, però, di operazioni con un elevato tasso di rischio, dipendente da vari elementi, ad esempio, il rating delle obbligazioni o l’andamento dei mercati finanziari.

Per tutti i motivi appena illustrati, la decisione di versare il proprio TFR su un Fondo pensione, anziché lasciarlo all’azienda, deve essere ben ponderata.

Per avere maggiori garanzie, è consigliabile rivolgersi ad un professionista del settore. Sono numerosi, infatti, i consulenti finanziari in grado di risolvere i dubbi dei lavoratori, sull’argomento TFR.

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