Reddito di cittadinanza: è a rischio a causa delle elezioni? Cresce la preoccupazione tra i cittadini

Quale sarà il destino del Reddito di cittadinanza dopo le elezioni del prossimo settembre? Potrebbe essere revocato?

Il 25 settembre gli italiani saranno chiamati alle urne, ma le incertezze sui sostegni economici predisposti dagli Esecutivi passati si fanno sempre più forti.

reddito di cittadinanza
Adobe Stock

La campagna elettorale sembra già iniziata e molto si discute sul Reddito di cittadinanza, fortemente voluto da Movimento 5 stelle, PD e Leu. I partiti di centro-destra, come Fratelli d’Italia, Lega e Italia Viva, invece, ne propongono l’abolizione.

Dilaga, dunque, la preoccupazione tra gli attuali beneficiari della misura e, purtroppo, è ancora presto per delle risposte sicure. Il sussidio rischia davvero di essere cancellato? Cosa succederà al Reddito di cittadinanza dopo le elezioni? Facciamo il punto della situazione.

Leggi anche: “Il Reddito di Cittadinanza si aggiorna: cosa cambia con la conversione in Legge del DL Aiuti“.

Reddito di cittadinanza: la posizione dei partiti politici

Innanzitutto, è bene sottolineare che, a prescindere dalla coalizione che vincerà le future elezioni, non si può abolire il Reddito di cittadinanza istantaneamente.

Secondo le stime ufficiali, infatti, durante i primi 36 mesi di applicazione, tra aprile 2019 e aprile 2022, il sostegno economico è stato erogato a 2,2 milioni di famiglie per un totale di 4,8 milioni di beneficiari. Secondo l’Istat, in sua assenza, oggi ci sarebbero circa un milione di poveri in più. Si tratta di dati che il prossimo Esecutivo dovrà tenere bene in considerazione.

Fratelli d’Italia, Lega e Italia Viva hanno annunciato che si batteranno per l’eliminazione della misura, mentre Forza Italia per una sua profonda modifica. Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia (attualmente in testa nei sondaggi), ha dichiarato che sarebbe un bene “abolirlo e usare le risorse per tagliare il cuneo fiscale e dare i soldi alle aziende disposte ad assumere”.

Di vedute simili Matteo Salvini (Lega), che ha affermato: “Il Rdc disincentiva il lavoro ed incentiva il lavoro nero. Giriamo quei soldi agli imprenditori per assumere e torniamo ai voucher per gli stagionali”.  Attualmente, circa il 20% dei percettori di Rdc lavora con incarichi precari e poco retribuiti; due terzi sono disabili, minori o soggetti che non hanno mai lavorato.

La replica del Ministro Orlando

Nonostante le avversità nei confronti del sussidio economico, l’abolizione non sarà di certo semplice. Tra l’altro, in tutti gli Stati europei esiste un sussidio anti-povertà e, dunque, una cancellazione del Reddito di cittadinanza non farebbe altro che scatenare una pericolosa crisi sociale nel Paese. Quel che è certo, è che sarà uno dei temi più caldi su cui si concentrerà la campagna elettorale.

Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, ha replicato alle accuse mosse dall’onorevole Carlo Calenda, relative alla mancanza di efficienza delle agenzie private, che dovrebbero formare nuovi lavoratori. “Le procedure previste dal programma GOL per consentire alle agenzie private di procedere al collocamento dei percettori del Reddito di cittadinanza, anche sulla base di incentivi, sono già in fase di attuazione, nel rispetto dei tempi previsti dal PNRR. Le strutture, nonostante le difficilissime condizioni di partenza, sono riuscite a rispettare la tabella di marcia fissata dal piano”, ha affermato il Ministro.

Leggi anche: “Novità reddito di cittadinanza: cambia tutto e l’Inps spiega le nuove regole per accedere“.

Il programma del Movimento 5 stelle e del PD

Il Movimento 5 stelle, con molta probabilità, baserà la sua campagna elettorale sulla salvaguardia del Rdc, sottolineando gli obiettivi raggiunti durante la Legislatura 2018-2022.

L’introduzione del sussidio economico, infatti, è stata la riforma simbolo del partito, nonostante le difficoltà riscontrate nella presentazione delle offerte di lavoro ai percettori. Senza dubbio, Giuseppe Conte farà più volte riferimento all’importanza di preservare tale misura e cercherà di puntare proprio sul salario minimo, sull’ambientalismo e sul Reddito di cittadinanza per trovare validi alleati politici.

Il PD, invece, si concentrerà soprattutto sulla necessità del salario minimo, sulla riduzione delle tasse sul lavoro e sullo ius scholae. Enrico Letta, tuttavia, non sembra intenzionato a fare affidamento sul Reddito di cittadinanza durante la campagna elettorale. I rapporti tra il suo partito ed il Movimento 5 stelle, infatti, sono più difficili che mai.

Per il momento, è ancora difficile immaginare chi governerà il Paese per i prossimi 5 anni. Anche nel caso di vittoria di forza politiche “nuove” non è sicuro che il Reddito di cittadinanza verrà abolito, ma è più probabile che si proceda ad un rinnovamento dell’intero sistema e alla predisposizione di ulteriori sussidi per sostenere i cittadini nella ricerca di lavoro.

Lascia un commento


Impostazioni privacy