Riforma pensioni: si riaffaccia l’ipotesi di Quota 41 per tutti, la confusione è tanta

La riforma pensioni ritorna sul tavolo delle trattative tra ripensamenti e smentite: la confusione è tanta.

I lavoratori che possono chiedere la pensione sono preoccupati. Mancano meno di 6 mesi alla fine del 2022 e il nodo sulle pensioni è ancora stretto.

Riforma pensioni
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Infatti, il governo non ha ancora preso una decisione e sono tante le soluzioni. L’ultima in ordine di tempo è l’ipotesi avanzata da Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, per una pensione in due tempi. Un congedo con sistema misto e il raggiungimento dei 63 anni di età.

Molti contribuenti non sono d’accordo sulla proposta di Tridico. Soprattutto i cosiddetti lavoratori precoci che raggiungerebbero gli anni contributivi ma molto prima dei 63 anni di età.

Riforma pensioni: si riaffaccia l’ipotesi di Quota 41 per tutti, la confusione è tanta

Per questo motivo si continua a parlare di Quota 41. Per tutti e a prescindere dall’età. Questo è l’ipotesi della Lega e soprattutto di Claudio Durigon come anticipa in un’intervista al quotidiano Il Tempo.

Infatti, propone un assegno pensionistico a chi ha versato 41 anni di contributi. Punto e basta. Mettendo fine alla legge Fornero.

Secondo Durigon non sarà semplice farla passare. Ma il governo prima e Bruxelles poi potranno mettere dei paletti e delle condizioni in seguito.

Tra le condizioni suggerite dal deputato leghista è lo sconto dei contributi per chi ha avuto figli. Quindi togliere, uno o due anni ai 41 anni di contributi i base ai figli. In questo modo si avrà una equità di assegno pensionistico tra uomo e donna.

Per quanto riguarda l’impatto sulle finanze pubbliche, secondo Durigon, quota 41 non è invasiva sulle casse dello Stato. Anche perché il conteggio con il retributivo, che si è dimostrato più costoso per lo Stato, sta diminuendo. Infatti, molti lavoratori hanno lasciato il lavoro in anticipo e quindi l’impatto economico diminuirà sempre di più.

Anche se ci sono altre soluzioni sulle pensioni, secondo il deputato leghista, «prevedono sempre una perdita economica troppo esagerata per il lavoratore».

Salari minimi e altri problemi che si potrebbe

Riguardo alle pensioni un altro problema di cui Durigon parla nell’intervista è la disparità di assegno che si avrà tra vecchi e nuovi pensionati. L’importo della pensione di questi ultimi potrebbe diventare un problema a causa della discontinuità lavorativa.

La proposta è incrementare, magari dopo 20 anni di contributi, la somma per raggiungere pensione minima ma sufficiente per assicurare una vita decorosa a tutti.

Un altro strumento suggerito da Durigon per assicurare gli anni dei contributi è il riscatto della laurea gratis. Che potrebbe consentire l’acquisizione degli anni figurativi utili a chi ha lavorato poco, ma in termini economici i risultati sono nulli.

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