Tiroide: mai sottovalutare questi sintomi, per evitare effetti devastanti

Molti individui soffrono di un disturbo della tiroide, che non produce abbastanza ormoni, fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo.

Spesso si sente parlare di ipotiroidismo ( cd. tiroide ipoattiva), perché, ormai, sono molte le persone che soffrono di tale patologia. Si tratta dei casi in cui la tiroide non secerne alcuni tipi di ormoni in quantità sufficiente.

Tiroide
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L’ipotiroidismo, nella maggior parte dei casi, è associato a dei sintomi ben riconoscibili, soprattutto inizialmente. È fondamentale riconoscere e curare tempestivamente tale malattia perché, se trascurata, può causare vari problemi di salute, tra cui obesità, dolori articolari, infertilità e malattie cardiache.

Tiroide: in che modo è possibile riconoscerne i disturbi?

L’ipotiroidismo è una particolare patologia che si verifica quando la tiroide non funziona correttamente e non riesce a produrre abbastanza ormoni tiroidei, fondamentali per il corretto funzionamento degli organi. Per tale motivo, un’anomalia del funzionamento della ghiandola tiroidea comporta degli effetti negativi sulla qualità della vita ed un rallentamento delle normali funzioni del corpo umano.

Gli ormoni tiroidei, infatti, sono molto importanti per l’apparato circolatorio, il ritmo del sonno, il metabolismo e lo sviluppo del sistema nervoso. È necessario, dunque, diagnosticare in tempo una loro eventuale carenza e rivolgersi ad uno specialista. Per favorire la diagnosti precoce di ipotiroidismo, sono a disposizione dei test di funzionalità tiroidea, da effettuare insieme al dosaggio di specifici anticorpi e all’ecografia.

Nel caso di diagnosi positiva, bisogna rivolgersi ad un endocrinologo ed iniziare una terapia. Quella più diffusa è il trattamento con l’ormone tiroideo sintetico, perché, ad oggi, è la cura più facile, sicura e valida.

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I sintomi più diffusi dell’ipotiroidismo

L’ipotiroidismo non è accompagnato da un solo sintomo, ma da vari. Essi, inoltre, non si manifestano allo stesso modo in tutti gli individui, ma cambiano a seconda dell’età del paziente e dalla gravità della malattia.

Inizialmente, i fastidi sono poco accentuati e si verificano lentamente, per poi peggiorare col passare degli anni. I sintomi più comuni sono:

  • affaticamento;
  • maggiore sensibilità al freddo;
  • stipsi;
  • pelle secca;
  • aumento di peso;
  • gonfiore al viso;
  • voce rauca;
  • debolezza muscolare;
  • aumento del colesterolo nel sangue;
  • dolori muscolari e rigidità;
  • gonfiore, dolore e rigidità alle articolazioni;
  • ciclo mestruale irregolare o più abbondante;
  • caduta dei capelli;
  • battito cardiaco rallentato;
  • depressione;
  • problemi di memoria;
  • ingrossamento della tiroide (cd. gozzo)

Se compaiono questi sintomi e persistono è opportuno rivolgersi tempestivamente ad un medico endocrinologo.

Cause e cure dell’ipotiroidismo

Tale patologia alla tiroide può essere congenita, cioè presente fin dalla nascita, oppure può subentrare durante la crescita. Tra le cause più comuni di ipotiroidismo acquisito vi sono la tiroidite autoimmune, l’asportazione chirurgica della tiroide, la terapia con iodio radioattivo e l’uso di alcuni farmaci, come l’amiodarone.

Non è possibile prevenire del tutto i problemi alla tiroide ma, senza dubbio, anche osservare una corretta alimentazione può portare dei vantaggi. Sarebbe opportuno, infatti, ingerire alimenti che diano all’organismo la giusta quantità di iodio, presente soprattutto nel sale iodato, nei crostacei e nel pesce.

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La cura all’ipotiroidismo, di solito, consiste in una terapia a base di levotiroxina, con la quale è possibile sopperire alla disfunzione della tiroide e tenere sotto controllo i fastidi. Molti pazienti, inoltre, devono svolgere la cura per tutta la vita e, per tale motivo, devono sottoporsi periodicamente ai controlli specialistici, per verificare la correttezza del dosaggio dei medicinali.

(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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