Christine Lagarde, ieri ha lasciato intendere che un rialzo dei tassi di interesse potrebbe avvenire già nel mese di luglio. L’inflazione è troppo elevata e influisce negativamente sulla spesa per i mutui delle famiglie.
Per combattere l’inflazione nella zona euro Lagarde ha ribadito che l’aumento dei tassi ci sarà; a sancirne il momento opportuno sarà solo la fine del programma di acquisto titoli della BCE.
In questo contesto l’inflazione mette le ali anche i tassi d’interesse del mutuo, rendendo così più costoso il finanziamento di chi ha deciso di acquistare a debito un immobile.
In particolare, nel mese di marzo, secondo gli ultimi dati forniti da Bankitalia, gli interessi sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie si sono collocati al 2,01% contro l’1,85 di febbraio. Rimangono per ora stabili invece rispetto allo stesso periodo i tassi di interesse sui nuovi prestiti del credito al consumo intorno all’8,06%.
La fine prossima del Quantitative easing, ha offerto agli esperti il contesto per riformulare le proprie aspettative in misura da recuperare la liquidità minore anticipando un rialzo del costo del denaro. Solo in questi giorni il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha avvertito che “non si deve sottovalutare il pericolo della stagflazione”.
Dietro il rialzo dei tassi, giocano un ruolo chiave le tensioni geopolitiche dovute alla guerra in Ucraina e l’aumento generalizzato del costo della vita. L’inflazione acquisita per il 2022 è già arrivata al 5,3%. Tutto ciò si ripercuote naturalmente sul costo dei finanziamenti soprattutto la prima casa. L’indice di riferimento a 20 anni che guida l’andamento dei mutui fissi, negli ultimi giorni è salito superando quota 1%; non accadeva da maggio 2019.
Secondo il Codacons, questo rappresenta un aggravio di spesa non indifferente; una famiglia che accende oggi un mutuo a tasso fisso a 30 anni da 100 mila euro spende complessivamente circa 8,8% in più o 293 euro all’anno in più solo per il costo delle rate rispetto allo stesso prestito acceso a inizio gennaio 2022. l’Eurirs, l’indice di riferimento dei mutui a tasso fisso, ha subito una incremento esponenziale, passando ad esempio per i mutui a 20 anni dallo 0,60% di inizio gennaio all’1,69% di fine aprile.
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