Il bonifico è partito ma i soldi non ci sono: la punizione è severa

Una situazione rocambolesca che costerà caro alla persona interessata. In mezzo una sentenza del Tribunale di Milano.

Succede spesso, troppo spesso negli ultimi tempi di ritrovarsi al centro di una incredibili situazioni che mai e poi mai avremmo immaginato di vivere. Quello che è successo in un caso specifico ha davvero dell’incredibile. Ci troviamo insomma di fronte a veri e propri professionisti capaci di sfruttare a proprio favore qualsiasi tipo di situazione possibile.

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Nella maggior parte dei casi quindi la situazione è quella che vede l’utente esposto ai rischi del web sempre troppo consistenti per potersi considerare salvi da ogni pericolo. In un certo senso quindi possiamo dire di essere ben consapevoli di quelli che sono i rischi effettivi che si corrono nel vivere quotidianamente la rete. Quello che è successo però a Milano nelle scorse settimane e che oggi viene raccontato grazie alla sentenza del Tribunale civile che di certo ha fatto discutere è davvero incredibile. Una situazione potenzialmente inimmaginabile.

Due parti in causa, due aziende, una debitrice ed una creditrice per particolari relazioni di lavoro. Quello che succede alla prima delle due è davvero incredibile. Un attacco hacker, informazioni di fatto trafugate e scambiate con quelle fornite dai malintenzionati per dirottare altrove gli importi dei pagamenti dovuti dalla prima alla seconda. Partono bonifici insomma ma non arrivano alla società creditrice ma nelle tasche dei truffatori. Qualcosa di incredibile che ha portato le due parti in Tribunale. La decisione di quest’ultimo però ha fatto discutere non poco.

Il bonifico è partito ma i soldi non ci sono: la decisone del Tribunale penalizza la vittima

“Anche a voler ritenere che le email ricevute dall’indirizzo telematico del creditore fossero idonee – si legge nella sentenza –  nel caso concreto ad indurre in errore la società debitrice, e che quindi essa abbia eseguito in buona fede i bonifici sul conto corrente Unicredit”. Il Tribunale insomma da ragione, in un certo senso alla società creditrice obbligando quella debitrice, difesa dall’avvocato Elio Cherubini a provvedere nuovamente al pagamento per la quale è rimasta di fatto truffata. Questo quanto deciso.

Il comportamento colposo del creditore — ritiene invece il Tribunale — non può ravvisarsi nel non aver impedito l’imprevedibile ed inevitabile condotta delittuosa tenuta da un terzo”. Il giudice civile Patrizia Gattari sentenzia che ha disposto il bonifico “potrà agire eventualmente nei confronti della banca qualora ritenga ravvisabile una sua responsabilità per non essersi avveduta della discordanza fra il destinatario dei pagamenti e il titolare del conto corrente su cui ha effettuato gli accrediti delle somme, e per non aver informato di tale discordanza la banca della controparte, che a sua volta avrebbe potuto chiedere spiegazione al proprio correntista“.

La sentenza ha fatto di certo discutere ed obbliga a questo punto l’azienda debitrice a provvedere ad un doppio pagamento dello stesso bonifico. La creditrice ad ogni modo comunque truffata può dire a questo punto di aver ricevuto giustizia secondo quelle che sono state le logiche che hanno visto esprimersi il Tribunale in questione. Il giudice insomma da ragione ad una delle due parti, chiaramente cosi come prevedibile penalizzando l’altra.

I rischi sono sempre altissimi sul web. Certo non si immagina un simile scenario ma in qualche modo potrebbe essere previsto un attacco serio e diretto al patrimonio di una azienda di un certo livello. La truffa in questo caso è riuscita alla grande. La povera vittima costretta a ripagare un bonifico al quale aveva già provveduto. Tutto il resto probabilmente vedrà altre aule di tribunale ed altre sentenze. La situazione è dunque questa. Massima attenzione e la consapevolezza di poter rischiare ogni giorno qualcosa di molto importante. Il web, purtroppo è anche questo.

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