La Pace? Per raggiungerla basta il condizionatore spento (l’ha detto davvero)

Le dichiarazioni di Mario Draghi sul condizionatore spento hanno suscitato clamore. Ma cosa significa esattamente?

Anche non volendo considerare la “provocazione” lanciata dal Premier, esistono dei motivi reali dietro le dichiarazioni su riscaldamento e aria condizionata. E sono legati, ovviamente, alle sanzioni contro la Russia. Cosa dobbiamo aspettarci davvero? L’analisi.

condizionatore spento
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Al momento, il Parlamento Europeo ha approvato la quinta mandata di sanzioni contro il Cremlino. La volontà è chiara: indebolire l’economia russa smettendo di acquistare gas, combustibili fossili, nucleare e petrolio. Mario Draghi, tra le altre sue dichiarazioni, afferma che l’Italia seguirà la volontà dell’Europa. Ergo, potrebbe scattare a breve l’embargo totale del gas russo.

Le parole del Premier dicono chiaramente che questo tipo di azione sarebbe fondamentale per ottenere la pace in Ucraina: “Ci chiediamo se il prezzo del gas può essere scambiato con la pace”. Si tratta di un’affermazione molto forte. Che fa intendere molteplici scenari.

Per interrompere la guerra dovremo davvero tenere il condizionatore spento?

A qualcuno, ai non addetti ai lavori, ai semplici cittadini, potrebbe venire spontanea la domanda: ma che c’entra il condizionatore con il gas? Facciamo un passettino indietro. L’Italia utilizza il 40% del gas per il suo fabbisogno di origine russa. Non ha fonti provenienti dal nucleare e le rinnovabili coprono una piccolissima percentuale.

In previsione di un embargo o comunque con problematiche inerenti al gas proveniente dalla Russia, il Governo sta tentando accordi con altri Paesi, come Azerbaigian e Algeria.  Ma la soluzione, ovviamente, non arriverà da un giorno all’altro.

Sempre il Premier afferma che, in caso di brusca interruzione delle forniture, abbiamo scorte “fino alla fine di ottobre”. Ha quindi parlato di ipotesi di abbassare il riscaldamento nelle case e nelle aziende ma ha aggiunto anche di tenere i condizionatori spenti la prossima estate.

Con parole che sicuramente rimarranno alla storia: “Preferiamo la pace o il condizionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre”. Facendo intendere che con il “sacrificio” da parte di cittadini e imprese, la guerra potrebbe finire.

Già di per sé sembra un concetto incredibile, ma la realtà potrebbe essere ben peggiore. Infatti potrebbe succedere davvero. Parliamo di razionamenti dell’energia elettrica.

Lockdown energetici in vista?

Sempre in relazione a come funzionano le cose in Italia, ricordiamo che l’elettricità (quasi il 50%) nel nostro Paese viene prodotta da centrali che funzionano grazie al gas. Dunque, se viene a mancare il gas automaticamente ci sarà una crisi anche nel comparto energia elettrica. E quindi si dovranno “razionare” i consumi di questa, in previsione del risparmio per i mesi successivi a ottobre. Quelli in cui le scorte potrebbero finire e quelli in cui, com’è noto, comincia il freddo.

Lo scenario, a pensarci, è davvero tragico. Un cittadino probabilmente può fare a meno del condizionatore d’aria, d’altronde siamo sopravvissuti anche senza. Ma immaginiamoci le aziende, le imprese, che non potranno più usare l’energia elettrica e/o il raffreddamento durante i processi produttivi. Il rischio è quello di migliaia di aziende costrette a chiudere.

E soprattutto, il “razionamento” sarà costituito da semplici “inviti” a consumare di meno o da veri e propri black-out? L’Unione Europea pare fortemente dirigersi verso la volontà dell’embargo totale. Solamente Austria e Germania, per il momento, si stanno opponendo a questa possibilità. L’Italia, come ha affermato Draghi “seguirà la volontà dell’Europa”.

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