Hai il conto in rosso? Occhio all’effetto “valanga”, i guai diventano sempre più grossi

Avere il conto in rosso non è certo piacevole, anche se può capitare a chiunque. Quello che forse non sai, però, è che è solo l’inizio di una serie di (grossi) guai.

conto in rosso
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Il conto corrente è il mezzo indispensabile con cui ogni famiglia, cittadino o impresa gestisce le sue risorse. Inutile negare che è praticamente divenuto “obbligatorio”. Oltre a servire come deposito di denaro, viene infatti richiesto a garanzia per effettuare diverse operazioni. Compresa l’attivazione di un’utenza telefonica in abbonamento, ad esempio. Insomma, tra le varie banche alle quali affidare i nostri risparmi, possiamo anche scegliere quella che ci costa di meno. Certo, tra spese di gestione conto, bolli e quant’altro, c’è ben poco da ingegnarsi. Le differenze sono minime. Per risparmiare, si possono scegliere i conti virtuali, quelli che offrono carte di credito gratuite e commissioni zero (almeno per un tot di tempo) ed è quindi facile ritrovarsi magari con più di un conto corrente.

Se uno o più di questi conti, però, vanno in rosso, sono davvero guai. Anche perché, magari presi da mille questioni, tendiamo a non leggere le varie comunicazioni che regolarmente arrivano proprio dagli Istituti bancari. Fogli, digitali o cartacei, lunghissimi e che nessuno ha voglia di controllare. Però all’interno di questi documenti possono esservi dei cambiamenti nelle “condizioni contrattuali”, oppure avvisi che sarebbe opportuno leggere. Cerchiamo di capire meglio cosa comporta andare “sotto” col conto. Forse non tutti sanno che si rischia davvero grosso.

Conto in rosso, ecco a cosa puoi andare incontro

Bastano anche poche decine di euro in difetto, che si rischia di essere contattati dalla banca. La chiamata non è certo piacevole da ricevere. Ma non c’è solo il “disagio” connesso alla conversazione. Una banca fa molto presto ad “accendere la spia” e giudicare un cliente “poco affidabile”. Inconsapevoli di ciò, magari si va a chiedere un prestito e, nonostante la busta paga o altre garanzie, si può veder rifiutata la domanda. Mettiamo poi il caso che su uno dei conti vengano addebitate le bollette. Magari della casa in montagna, alla quale si pensa raramente. Se arriva la fattura e non ci sono i soldi sul conto, il pagamento verrà ovviamente rifiutato. Succede poi che si risulta morosi presso il fornitore, che a sua volta invierà raccomandate e solleciti di pagamento. E cifre più alte da pagare.

Non è tutto, perché come detto poco sopra, la Banca può considerare un cliente “in default” anche per pochissimo. La regola fa scattare il “bollino nero” dopo 90 giorni consecutivi in cui lo scoperto sia superiore a soli 100€. A seguire, può arrivare la segnalazione dell’utente alla Centrale Rischi, che comporta ulteriori disagi. Niente prestiti o finanziamenti, anche di piccolo importo, e soprattutto ci vorrà molto tempo prima di riavere la “fedina penale pulita”. Inoltre è sempre imbarazzante vedersi rifiutare una transazione col bancomat. Anche se fosse un disguido tecnico, dall’altra parte si avverte subito un “giudizio” negativo.

Sembra incredibile che “cattiva reputazione” e perdite di soldi possano accadere per poche centinaia di Euro ma è così. Le banche sono sempre più attente e stringono la maglia dei controlli per evitare frodi e mancati incassi.

La ciliegina sulla torta, infine, arriva anche dalle “sanzioni”. La banca, per ogni giorno di sconfinamento, applica degli interessi da pagare, delle spese fisse, e il saldo negativo rischia anche di salire notevolmente. Insomma, per evitare l’effetto “valanga” conviene controllare regolarmente il saldo del conto.

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