Bollo auto addio, ma all’orizzonte spunta una nuova tassa: non c’è pace

Una delle tasse spesso più contestate ed un provvedimento che potrebbe di fatto cambiare ogni cosa. Ecco di cosa si tratta.

Si fa un gran parlare di bollo auto, praticamente sempre, ad ogni occasione. Ogni pretesto insomma è buono per contestare in un modo o nell’altro quella che spesso definiamo tassa di circolazione. Una della misure più contestate dai cittadini italiani, in questo caso automobilisti. Grosse novità potrebbero esserci all’orizzonte. La politica si sta muovendo in questo senso.

Bollo auto
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L’idea è di quella per certi versi davvero innovative. Parliamo di bollo auto quindi in assoluto di una delle misure maggiormente mal sopportate dagli italiani. Ci troviamo i fronte ad una tassa che spesso, purtroppo nemmeno viene presa seriamente in considerazione dai cittadini. Risultato una dilagante evasione fiscale per quel che riguarda i pagamenti di quest’ultima. Il Governo insomma deve inventarsene di tutti i colori per far passare la misura stessa come qualcosa di necessario, utile e renderla più indolore possibile.

La proposta arriva direttamente dalla politica e per certi versi potrebbe addirittura essere letta come innovativa. Una nuova idea di tassa, un nuovo concetto, un nuovo punto di vista insomma. Rendere la misura in qualche modo giustificata, fare in modo che il tutto prenda un diverso volto insomma, una diversa impostazione, tutto sommato pratica ai limiti dell’innovativo per certi versi. L’idea come detto arriva direttamente dalla politica. Roberto Caon, deputato di Forza Italia ha parlato della suo pensiero in merito, svelando in qualche modo la sua proposta.

Bollo auto potrebbe essere addio: il pensiero e la proposta dell’onorevole Roberto Caon

La proposta del deputato Roberto Caon nasce tutto sommato da quella che è la stessa considerazione degli italiani nei confronti della stessa tassa. Una misura che riguarda la proprietà, per certi veri, secondo alcuni anche anacronistica. Una misura che ogni anno porta via centinaia di euro alle famiglie italiane. Una misura che infondo, tutto sommato non piace tantissimo agli italiani. L’idea sarebbe quella di riconvertire in un certo senso la tassa stessa. Fare in modo che gli enti locali non vadano a perdere quelle entrate stimate in circa 6,5 miliardi di euro all’anno e che il cittadino vada in qualche modo a pagare qualcos’altro, venendo via dalla vecchia idea di bollo auto.

Cerchiamo di togliere un balzello ai proprietari di un’auto – spiega Caon – ma anche di barche, camper, moto. Ogni mattina un italiano si sveglia e deve ricordarsi di pagare qualcosa. Cerchiamo un modo di vivere più semplice. – spiega a Today.it il deputato forzista – In questo modo allarghiamo la base imponibile e leghiamo il pagamento di quella quota all’uso del mezzo. Così si riduce per tutti la spesa, con famiglie che arriveranno a pagare fino al 70% in meno rispetto a quanto oggi pagano di bollo. Per qualcuno, penso al pensionato che non prende mai l’auto e che la tiene ferma parcheggiata in garage, si arriva quasi ad azzerare la spesa“.

Una accisa sui carburati insomma. In questo modo per i cittadini ci sarebbe un impegno annuale minore, che l’onorevole ha calcolato con un esempio pratico: una famiglia con due auto e 450 euro all’anno di bollo. Le auto percorrono 16 chilometri con un litro di diesel e le due auto, in un mese, insieme 1.600 chilometri. Oggi quella famiglia, oltre al bollo, spenderebbe 195 euro di benzina per le due vetture utilizzate. Con l’accisa di 10 centesimi al litro, quella stessa famiglia non pagherebbe più il bollo auto, e per 1.600 chilometri percorsi spenderebbe 205 euro al mese. Dunque 120 euro all’anno invece di 450.

La proposta depositata alla Camera nel 2018, prevedeva di fatto quanto segue: “un’accisa aggiuntiva pari, ad esempio, a 0,16 centesimi al litro di carburante, poiché nel nostro Paese si consumano annualmente per autotrazione circa 40 milioni di tonnellate di idrocarburi, di cui circa 1 miliardo di metri cubi di metano e oltre 3 milioni di tonnellate di gas di petrolio liquefatto. Si tratterebbe, in questo caso, di “tributi ambientali in senso stretto”, caratterizzati da una relazione di causa ed effetto tra il loro presupposto e il fatto materiale che produce o può produrre un danno all’ambiente”.

In questo modo secondo Caon si andrebbe anche a disincentivare l’evasione fiscale e l’abitudine tutta italiana di pagare assicurazione e bollo all’estero, una pratica diffusissima negli ultimi anni. Per quel che riguarda la riconversione della stessa lecce Caon spiega: “E’ molto semplice – continua Caon – Per quanto riguarda la ripartizione regionale, facciamo riferimento al parco auto regionale e ripartiamo le entrate in modo proporzionale sulla base del numero di auto immatricolate nelle singole Regioni. Chi può ne ha, più prende. Lo Stato, piaccia o no, ha un introito dal bollo auto, ma possiamo fare in modo che sia redistribuito sulla popolazione in modo più equo, legandolo a quanto chilometri vengono consumati e non più sul fatto di possedere o meno un veicolo“. Le proposte certo non mancano, chissà che prima o poi tutto questo non possa diventare realtà.

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