Una categoria di lavoratori non deve attendere i 67 anni per poter accedere alla pensione di vecchiaia. Il loro percorso è più breve.
C’è chi raggiunge il traguardo della pensione di vecchiaia prima di tutti, quando ancora non si sono compiuti 67 anni. Il diritto è riconosciuto dal sistema previdenziale italiano perché l’attività svolta ha una particolare caratteristica.

Quando si pensa alla pensione si scatenano sentimenti contrastanti. Per quanto il desiderio di riposo e svago sia forte si ha il timore di non poter vivere tutto questo a causa di un basso assegno. Non solo, considerando la precarietà del lavoro e la difficoltà a trovare un’occupazione a tempo indeterminato accumulare i contributi necessari per il pensionamento sarà sempre più complicato.
C’è anche la questione dell’aumento dell’età pensionabile che fa diventare la pensione un traguardo lontanissimo per i giovani di oggi (70 anni e più). Chi oggi ha tutte le carte in tavola per andare in pensione deve solo capire qual è la strada migliore da prendere. Senza penalizzazioni c’è solo la pensione di vecchiaia raggiungibile a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Ottimo, ma volendo anticiparla chi può riuscirci?
Come accedere alla pensione di vecchiaia prima dei 67 anni
La pensione di vecchiaia si raggiunge a 67 anni di età e con 20 anni minimo di contributi. C’è un altro requisito per chi ha versato il primo contributo dopo il 31 dicembre 1995 ossia che l’assegno pensionistico raggiunga almeno l’assegno sociale che nel 2025 ha un importo di 538,69 euro. I contributivi puri, dunque, hanno una condizione in più e anche uno svantaggio. Non possono godere di maggiorazioni né di integrazioni al minimo.

Detto questo, passiamo alle note positive della pensione di vecchiaia, C’è chi può anticipare l’uscita dal mondo del lavoro rispetto i 67 anni. Parliamo delle lavoratrici madri che possono ottenere uno sconto di 4 mesi dell’età pensionabile per ogni figlio fino ad un massimo di 16 mesi. Significa che con 4 o più figli si potrà andare in pensione già a 65 anni e 8 mesi.
L’uscita anticipata è concessa anche a chi svolge attività gravose o usuranti che sono rimasti connessi all’età prevista prima dell’adeguamento di 5 mesi introdotto nel 2019. Di conseguenza la pensione è raggiungibile a 66 anni e 7 mesi. Cambiano, però, gli anni di contributi da aver maturato per poter scegliere questa strada per la pensione.
Non più 20 ma 30 anni di contribuzione effettiva ossia senza conteggiare i contributi volontari, da riscatto o figurativi. Uscite simili e dedicate a chi svolge lavori usuranti e gravosi sono l’APE Sociale (63 anni di età e 5 mesi e 36 anni di contributi) e Quota 41 (41 anni di contributi di cui uno versato prima dei 19 anni).





