Promesse facili, piccoli guadagni iniziali e la sensazione di aver trovato l’occasione giusta: ma non sempre è come sembra.
Chi non ha mai pensato, almeno una volta, di poter guadagnare denaro extra con attività semplici e veloci? In un mondo in cui i social media scandiscono le nostre giornate, l’idea di ricevere soldi per azioni banali, come mettere un “Mi piace” a un post o seguire un profilo, appare seducente.

Non richiede competenze, non implica un contratto complicato e, soprattutto, sembra un modo sicuro e immediato per incrementare le proprie entrate.
È proprio questo senso di facilità e immediatezza a rendere tali proposte tanto allettanti. Si presentano come collaborazioni legittime con marchi conosciuti o piattaforme digitali di successo, accompagnate da acconti reali che rafforzano l’illusione di serietà. Ma dietro questa apparenza rassicurante, si nasconde una delle forme più insidiose di frode online, capace di erodere non solo i risparmi, ma anche la fiducia personale.
Come funziona la truffa del “mi piace”
La truffa del mi piace ha origine in Spagna ma si sta divulgando a macchia d’olio. Stando agli avvisi diffusi dalla Guardia Civil spagnola, i truffatori sfruttano piattaforme di messaggistica e social network fingendosi grandi aziende in cerca di “collaboratori digitali”.

Inizialmente, offrono piccole somme – anche 200 euro di acconto – per compiti banali come mettere “Mi piace” a contenuti o seguire profili specifici. Questo primo pagamento serve a conquistare la fiducia della vittima e ad aprire la strada a passaggi più rischiosi.
Una volta stabilito il contatto, i criminali spingono l’utente verso gruppi “avanzati”, dove le attività diventano più complesse: acquisti da effettuare, presunti rimborsi o addirittura investimenti digitali. Ogni step richiede un trasferimento di denaro sempre maggiore, con la promessa di guadagni proporzionali. Il risultato è sempre lo stesso: i fondi scompaiono insieme ai truffatori, lasciando la vittima con perdite ingenti.
Il National Cybersecurity Institute (INCIBE) ha già registrato numerosi casi, tra cui quello di un utente contattato da un falso reclutatore di YouTube via WhatsApp. Dopo un primo compito andato a buon fine, le condizioni sono cambiate rapidamente e sono state richieste somme più elevate. Solo grazie alla tempestiva richiesta di supporto, l’utente ha evitato ulteriori danni.
Cosa fare se sospetti una frode
Gli esperti raccomandano di non fidarsi di messaggi che promettono denaro facile in cambio di semplici azioni online. In caso di sospetto, è fondamentale:
- segnalare e bloccare i contatti sospetti sulle piattaforme di messaggistica;
- contattare subito la banca se sono state condivise informazioni finanziarie;
- raccogliere prove come screenshot, conversazioni e ricevute;
- sporgere denuncia alla polizia;
- rivolgersi all’Agenzia per la protezione dei dati se le informazioni personali sono state esposte.
Abilitare le funzioni di sicurezza del proprio dispositivo e mantenere un approccio critico verso offerte troppo vantaggiose può fare la differenza tra un’opportunità reale e una trappola che svuota il conto corrente.