Permessi Legge 104 sotto la lente: il rischio di revoca è dietro l’angolo.
Migliaia di persone in Italia fanno affidamento sui benefici della Legge 104, come i permessi e le agevolazioni previste dalla normativa. Erroneamente si pensa che, una volta ottenuto il diritto alla 104, i benefici dovuti a questa agevolazione sia ormai diritti acquisiti.

Tuttavia, non è raro che chi ne usufruisce si trovi di fronte a un’improvvisa sospensione dei benefici, per questo motivo è bene capire a fondo quali sono le condizioni per il suo mantenimento.
Il timore di perdere questi vantaggi, fondamentali per conciliare lavoro e assistenza familiare, è diffusa e spesso sottovalutata fino a quando non si è soggetti ai controlli della ASL.
A tal proposito, mancanza di informazioni precise sulle procedure di controllo, unite alla complessità delle normative, può far sentire impotenti anche i cittadini più attenti.
Perché la Legge 104 può essere revocata: controlli e accertamenti ASL
La revoca della Legge 104 può avvenire per numerosi motivi, spesso legati a verifiche da parte della ASL. Tra le cause principali troviamo il mancato superamento della visita di revisione, l’assenza ingiustificata a un accertamento medico o l’uso improprio dei permessi concessi. I controlli sono necessari per verificare le condizioni sanitarie o le necessità di assistenza familiare siano ancora valide e giustifichino l’erogazione dei benefici.

Quando si riceve una notifica di sospensione o revoca, la prima azione da intraprendere è contattare l’INPS, tramite il servizio INPS risponde o il Contact Center, per chiarire le motivazioni.
In caso di risposta insoddisfacente da parte dell’ente, è possibile presentare ricorso entro sei mesi dalla comunicazione, dopo aver effettuato l’accertamento tecnico preventivo, obbligatorio dal 2012. Questo passaggio preliminare permette al giudice di verificare le condizioni sanitarie prima di esaminare la richiesta in sede legale, evitando così l’improcedibilità del ricorso.
È importante ricordare che l’uso improprio dei permessi può comportare conseguenze gravi. Ad esempio, se un lavoratore utilizza i giorni di assenza per scopi personali anziché per assistere un familiare, il datore di lavoro può avviare un procedimento disciplinare fino al licenziamento per giusta causa. Nei casi più gravi, l’abuso della Legge 104 può configurare il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, con conseguenze penali.
Per muoversi correttamente e ridurre i rischi, è consigliabile rivolgersi sempre a un medico, un patronato o un CAF, così da avere indicazioni precise sulla propria situazione. Conoscere le procedure e le verifiche a cui si è soggetti è fondamentale per tutelare i propri diritti senza incorrere in problemi legali o disciplinari.