I BTP sono semplici e sicuri da sottoscrivere, ma non sono immuni da pericoli. Cosa rischiano davvero gli investitori?
I Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) sono tra gli strumenti di investimento preferiti dagli italiani, grazie alla garanzia dello Stato, alla tassazione agevolata al 12,50% e al riconoscimento di rendimenti costanti tramite cedola fissa pagata semestralmente. Si tratta di prodotti a medio-lungo termine, che vengono di solito emessi con scadenza a 18 mesi o a 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 e 50 anni.
L’acquisto avviene tramite asta marginale, sulla base delle indicazioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma, in generale, le aste di metà mese riguardano i BTP a 3 e 7 anni oppure, a seconda delle esigenze del mercato, con durata dai 15 ai 50 anni, mentre le emissioni di fine mese sono quelle relative ai titoli a 5 e 10 anni. Ma davvero i BTP sono il migliore strumento in circolazione per mettere al sicuro i propri risparmi? Presentano dei rischi? Facciamo chiarezza.
Essendo strumenti di investimento a medio-lungo termine, i BTP sono ideali per coloro che non hanno imminenti esigenze di liquidità ma che desiderano investire il denaro per il futuro. La previsione di una cedola periodica fissa con cadenza semestrale, inoltre, riconosce un rendimento interessante e regolare, che “premia” i sottoscrittori. Anche chi sceglie i BTP, dunque, ha la sicurezza di poter contare su un guadagno per affrontare le spese.
Il rendimento dei Buoni dipende in parte dal flusso cedolare e in parte dalla differenza tra il costo di sottoscrizione (per i prodotti acquistati in asta) oppure di acquisto (per i prodotti acquistati sul mercato secondario) e il valore nominale (pari a 100) riconosciuto alla scadenza. Nella maggior parte dei Buoni, le cedole sono prefissate e, di conseguenza, hanno un ammontare costante per tutta la durata del titolo. Ma ci sono delle ipotesi in cui le cedole vengono indicizzate all’inflazione oppure predisposte secondo meccanismi di premialità, se i titoli vengono tenuti fino alla scadenza.
I BTP rappresentano una buona soluzione per diversificare il portafoglio. Attenzione, però, perchè presentano un basso rischio se vengono portati a scadenza; al contrario, il loro valore potrebbe essere modificato dalle oscillazioni del mercato. Variazioni sfavorevoli, infatti, potrebbero determinare un calo del prezzo del titolo al di sotto del costo di asta o di acquisto sul mercato secondario. In tale ipotesi, ci sarebbe una minusvalenza per l’investitore. Questo pericolo è maggiore per i prodotti che hanno una durata più lunga.
Collegato a tale fenomeno, poi, c’è il rischio tasso, legato a un cambiamento improvviso dei tassi d’interesse dell’Eurozona. In conclusione, prima di investire in BTP, è necessario prendere in considerazione anche i possibili pericoli.
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