Alcune condizioni cliniche possono compromettere l’idoneità alla guida e portare al ritiro della patente.
Si sottovaluta spesso la necessità in Italia di guidare i veicoli a motore è obbligatorio soddisfare determinati requisiti fisici e psichici, stabiliti dalla legge per garantire la sicurezza stradale.

Sebbene possano apparire restrittivi, questi criteri sono fondamentali per tutelare la salute del conducente e la collettività. Alcune patologie possono limitare o impedire il rinnovo della patente di guida, sopratutto se compromettono vigilanza, riflessi o lucidità.
In alcuni casi è previsto un divieto temporaneo, mentre in altri la validità del documento viene ridotta per consentire controlli più frequenti.
La mancata idoneità può derivare anche dall’assunzione di determinati farmaci o da condizioni neurologiche, metaboliche o cardiovascolari.
Quando la salute incide sulla patente di guida
Le malattie cardiovascolari rappresentano una delle principali cause di sospensione o revoca della patente. In particolare, situazioni cliniche come l’insufficienza cardiaca avanzata, le valvulopatie gravi, gli aneurismi aortici a rischio di rottura, le cardiomiopatie e alcune sindromi aritmiche (come quella del QT lungo o di Brugada con sincope) rendono spesso impossibile il rinnovo del documento.

Non va poi sottovalutato l’impatto dell’impianto di defibrillatori o di dispositivi di assistenza cardiaca può comportare limitazioni, specie per le patenti del gruppo 2.
Per quanto riguarda invece il diabete mellito, la guida è ammessa solo se la patologia è ben controllata e non sono presenti episodi recenti di ipoglicemia grave e ricorrente. La normativa impedisce comunque il rinnovo della patente prima di tre mesi dall’ultimo evento ipoglicemico.
Inoltre, complicanze secondarie del diabete — come deficit visivi o motori — possono compromettere ulteriormente la valutazione di idoneità.
Passando poi alle malattie neurologiche, ogni situazione viene valutata singolarmente. Anche i pazienti con epilessia possono ottenere la patente, a condizione di rispettare criteri specifici come l’assenza di crisi negli ultimi anni o una diagnosi di guarigione clinica. Le crisi devono inoltre essere documentate e giustificate da una causa nota e risolta.
Sembrerà strano, ma anche la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno può interferire con la lucidità e la prontezza dei riflessi alla guida. Quando la patologia non è controllata, può comportare un rischio significativo e portare alla sospensione della patente. In situazioni meno gravi, è possibile ottenere una validità ridotta del documento, con obbligo di monitoraggio medico periodico.
Infine, condizioni come tossicodipendenza, alcolismo e l’uso di farmaci psicotropi incidono negativamente sulla capacità di guida. In questi casi, se lo stato psico-fisico è alterato, le autorità possono intervenire con il ritiro della patente e la successiva segnalazione alla Motorizzazione per la revisione. La responsabilità del conducente è accresciuta quando, consapevole della propria condizione, omette di dichiararla o guida in stato di pericolo.