La Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di non variare i tassi d’interesse, ma cosa cambia davvero per mutui e imprese? Scopriamo in quest’articolo.
Dopo otto tagli consecutivi, la BCE ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse. Una scelta già prevista dagli esperti ma che pone riflessioni sul futuro dell’economia europea, anche in considerazione delle tensioni sui dazi con gli Stati Uniti.

Analizziamo quali sono i tassi attualmente in vigore dalla BCE e come influiscono sui mutui e le imprese.
Tassi BCE: nessuna variazione per non destabilizzare la crescita europea
La BCE ha confermato il tasso sui depositi resta al 2%, quelli sulle operazioni di rifinanziamento principale e sui prestiti marginali sono rispettivamente al 2,15% e al 2,40%. La BCE ha reso noto che l’inflazione ormai non è un problema, perché è sotto controllo, ma preoccupa il contesto globale che resta incerto, oltre alla problematica dei dazi che potrebbero mettere un freno alla crescita economica.
Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale, ha preferito non proferire sulle trattative in corso, lasciando ampi margini di incertezze ma che comunque la nuova decisione sarà calibrata sui dati.
Per le famiglie che hanno stipulato un mutuo, il cambiamento è immediato. Infatti, il costo dei finanziamenti, ha avuto già una sensibilmente diminuzione nel corso dell’ultimo anno. Pertanto, chi ha sottoscritto un mutuo variabile da 150mila euro a 20 anni oggi paga circa 166 euro in meno al mese rispetto al 2024. Resta più alto il tasso fisso resta, con una rata media di 836 euro contro gli 804 euro del variabile, la differenza complessiva su vent’anni può arrivare a oltre 7mila euro.
Notizie positive anche per le imprese, scende il tasso medio sulle nuove operazioni il 3,56%, molto più basso rispetto al 5,45% registrato a fine 2023.
La situazione internazionale preoccupa, regnano nel mercato economico, incertezza e fragilità, anche se a stabilità dei tassi rappresenta un segnale di equilibrio.