Allarme fumatori: questo cambiamento in tabaccheria può causare notevoli problemi.
La recente sentenza di un giudice di pace di Genova, potrebbe avere dei risvolti inaspettati per le abitudini di acquisto di milioni di fumatori in Italia.
I fumatori, in particolare, potrebbero trovarsi presto nella situazione di non poter più acquistare le sigarette con carta di credito o bancomat, a meno di avere con sé del contante. La questione riguarda una categoria merceologica ben precisa: i prodotti sottoposti a monopolio di Stato, tra cui rientrano appunto i tabacchi.

Tutto è nato da un caso avvenuto nel 2024, quando un cliente ha denunciato un tabaccaio per aver rifiutato il pagamento con Pos. Dopo che il verbale stilato dalla Guardia di Finanza non è stato annullato dal prefetto, l’esercente ha deciso di ricorrere al giudice, che gli ha dato ragione. Questa sentenza, seppure emessa da un giudice di pace, può costituire un precedente importante e riaccendere il dibattito sull’obbligatorietà dei pagamenti elettronici.
Acquistare le sigarette: cambia tutto in tabaccheria
Il cuore della sentenza riguarda l’equilibrio tra il diritto all’attività di impresa e l’obbligo di accettare pagamenti con strumenti elettronici. Secondo il giudice, il margine di guadagno su prodotti come le sigarette è talmente basso che le commissioni bancarie previste per i pagamenti con carta finiscono per intaccare in modo significativo gli incassi del rivenditore. Inoltre, essendo beni sottoposti a monopolio statale, il prezzo di vendita non può essere aumentato per compensare queste perdite.

Il tabaccaio agisce infatti in nome e per conto del Monopolio di Stato, riversando interamente l’importo del bene al beneficiario del pagamento e trattenendo soltanto una percentuale. Non avendo facoltà né di modificare il prezzo né di ridurre i costi, l’esercente si ritrova in una posizione di svantaggio economico se costretto ad accettare carte o bancomat.
Il giudice ha ritenuto quindi legittimo il rifiuto del Pos, annullando la sanzione e aprendo un potenziale varco per altri casi simili. Anche se viene fatto riferimento alla Costituzione italiana, non si è ritenuto necessario il coinvolgimento della Corte Costituzionale: la vicenda rimane circoscritta al livello del giudice di pace, ma ha comunque valore immediato.
Questo intervento giuridico arriva dopo anni di dibattiti sulla digitalizzazione dei pagamenti. Dal 2014, in Italia esiste l’obbligo di accettare pagamenti elettronici, ma le sanzioni sono state introdotte solo nel 2022. Proprio quell’anno, il Governo Meloni tentò di eliminare l’obbligo per spese inferiori a 60 euro, proposta che però fu ritirata dopo le critiche dell’Unione europea.
Oggi, la sentenza di Genova riporta il tema al centro del dibattito pubblico e potrebbe portare a nuove riflessioni sul reale equilibrio tra innovazione digitale, diritti degli esercenti e regolamentazione dei monopoli di Stato.