La figura del caregiver è molto importante e anche faticosa. I caregiver sono coloro che assistono i familiari disabili, si dedicano a loro e possono godere di benefici sul lavoro. Come ad esempio i permessi 104 e il congedo straordinario.
Una recente sentenza tutela questo diritto anche sul licenziamento, ritenendo illegittimo del lavoratore caregiver se rifiuta il repêchage.

La Cassazione tutela chi assiste familiari disabili, con la sentenza numero 18063 del 3 luglio 2025, ribadisce un principio fondamentale in tutela del lavorare caregiver, che non può essere licenziato per esigenze organizzative aziendali. Una proposta di ricollocazione aziendale per un lavoratore cariger, in caso di rifiuto non può far scattare il licenziamento.
Licenziamento illegittimo del lavoratore caregiver: il caso
Il caso, esaminato dalla Corte di Cassazione, riguardava un lavoratore che ha rifiutato una proposta di ricollocazione a causa degli orari proposti, che erano incompatibili con l’assistenza che prestava al familiare con disabilità grave (ai sensi della Legge 104). Il datore di lavoro, dinnanzi al rifiuto ha proceduto con il licenziamento per giustificato motivo oggettivo.
I giudici di legittimità hanno ritenuto il licenziamento illegittimo, in quanto contrari ai principi di correttezza e buona fede che devono guidare l’obbligo di repêchage, ovvero l’onere del datore di lavoro di tentare ogni possibile ricollocazione prima di interrompere il rapporto. Il rifiuto di una proposta lavorativa che non consente al dipendente caregiver di assistere il familiare, non può giustificare il licenziamento.
Da questa sentenza esce rafforzata la figura del caregiver nel nostro ordinamento, riconoscendo e tutelando i diritti, nel contesto del rapporto di lavoro, di chi assiste quotidianamente una persona fragile.
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