Chi decide di acquistare una casa da ristrutturare e avvia dei lavori per trasformarla nella propria abitazione principale ha spesso un dubbio legittimo: a quale percentuale di detrazione ha diritto? Vale ancora il bonus al 50% o si applica la nuova aliquota ridotta al 36% introdotta dalla Legge di Bilancio 2025?
Queste sono le domande che spesso ci rivolgono i lettori, specialmente chi ha da poco firmato un rogito e si trova ad affrontare interventi edilizi importanti. L’Agenzia delle Entrate, a seguito delle recenti modifiche normative, ha fornito chiarimenti che aiutano a fare luce sulla questione.
La buona notizia è che la detrazione del 50%, considerata “maggiorata” rispetto alla nuova soglia ordinaria del 36%, resta accessibile anche per le case acquistate da ristrutturare, a patto che vengano rispettati alcuni requisiti precisi. In particolare, è necessario che l’immobile diventi l’abitazione principale del contribuente una volta terminati i lavori, e che il trasferimento della residenza avvenga entro il 2 novembre 2026, data limite per la presentazione della dichiarazione dei redditi relativa all’anno di spesa.
Questo significa che chi ristruttura una casa con l’intenzione di andarci ad abitare e formalizza il cambio di residenza entro la scadenza indicata, potrà ancora beneficiare del bonus al 50% anche se ha sostenuto le spese in un anno in cui la normativa ha previsto una riduzione generale al 36%.
Precisiamo che non tutti i soggetti coinvolti nei lavori possono accedere all’aliquota maggiorata. Se, ad esempio, le spese sono sostenute da un familiare del proprietario (come nel caso di un coniuge o di un figlio) e questa persona non è intestataria nemmeno in parte dell’immobile, la detrazione sarà limitata al 36%, anche se vi è convivenza o condivisione dell’abitazione. La stessa regola si applica ai detentori dell’immobile, come locatari o comodatari: per loro la possibilità di accedere al bonus al 50% decade.
Per ottenere l’agevolazione più vantaggiosa, è quindi essenziale che a sostenere le spese sia il titolare di un diritto reale sull’immobile (proprietario, anche solo nuda proprietà, oppure usufruttuario) e che la casa sia destinata a diventare la sua residenza principale. Inoltre, la titolarità dell’immobile deve essere già effettiva al momento di inizio lavori.
Nel caso concreto in cui le spese siano sostenute da chi non è ancora proprietario (ad esempio dal partner del proprietario) la detrazione spettante sarà quella ridotta, pari al 36%. Solo chi ha già un diritto reale sulla casa al momento dell’intervento potrà beneficiare dell’aliquota al 50%, a condizione di rispettare anche il vincolo della residenza.
Pertanto, per ottenere il massimo dell’agevolazione fiscale, non basta ristrutturare un immobile, è necessario pianificare con attenzione la titolarità, i tempi dei lavori e il trasferimento della residenza, tenendo conto dei nuovi limiti fissati dalla normativa per il periodo post-2024.
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