Mi è arrivata una cartella esattoriale, ma non devo pagarla: posso presentare un ricorso in autotutela? Si ma con qualche precisazione

L’autotutela, nel sistema tributario italiano, è uno strumento che permette all’Amministrazione finanziaria (come anche a Comuni, INPS e altri enti) di correggere i propri errori, annullando atti illegittimi o infondati, sia su richiesta del contribuente sia d’ufficio. 

Nel 2024, la disciplina dell’autotutela è stata aggiornata dal Decreto Legislativo n. 219/2023, che ha introdotto nuove regole. In particolare, oggi esistono due tipi di autotutela: quella obbligatoria, nei casi in cui l’illegittimità dell’atto è evidente (come un errore di persona o una doppia imposizione), e quella facoltativa, che permette all’amministrazione di intervenire anche per motivi di opportunità o su errori meno gravi.

Uomo che legge un foglio ed è preoccupato
Mi è arrivata una cartella esattoriale, ma non devo pagarla: posso presentare un ricorso in autotutela? Si ma con qualche precisazione (Informazioneoggi.it)

Alla domanda: “Mi è arrivata una cartella esattoriale, ma non devo pagarla: posso presentare un ricorso in autotutela?”  La risposta è sì, ma con qualche precisazione. Un avviso di pagamento non è un nuovo debito, ma un sollecito legato a debiti già esistenti (come cartelle o accertamenti). Quindi l’istanza di autotutela va a contestare l’atto che ha originato quel debito, e non l’avviso in sé. Può servire, ad esempio, per dimostrare che il debito è già stato pagato, che è prescritto, oppure che è stato annullato con un provvedimento di sgravio.

A chi inviare il ricorso in autotutela per ottenere lo sgravio della cartella esattoriale?

Se il problema riguarda un avviso emesso dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER), ma l’errore è nell’atto che ha generato il debito, la domanda va presentata all’ente che ha emesso quell’atto (ad esempio, l’Agenzia delle Entrate, l’INPS o un Comune). È comunque consigliabile inviare una copia anche all’AdER per conoscenza. L’invio del ricorso in autotutela deve essere effettuato tramite: servizi telematici messi a disposizione sul sito dell’ente (accesso tramite SPID, CIE o CNS); la posta elettronica certificata (PEC); la consegna a mano con ricevuta; oppure la raccomandata con avviso di ricevimento. Questo per ottenere la tracciabilità dell’invio.

Donna che scrive a computer
A chi inviare il ricorso in autotutela per ottenere lo sgravio della cartella esattoriale? (Informazioneoggi.it)

Può capitare, per distrazione o confusione, di inviare una richiesta di autotutela a un ufficio diverso da quello effettivamente competente. In questi casi, non è necessario presentare una nuova istanza. L’ufficio che riceve per errore la richiesta ha infatti l’obbligo di trasmetterla all’ufficio competente e ha l’obbligo di informare tempestivamente il contribuente, utilizzando l’indirizzo indicato nella domanda oppure, se assente, quello presente in anagrafe tributaria.

Precisiamo, inoltre, che anche se l’istanza viene inviata inizialmente all’ufficio sbagliato, resta comunque valida e serve a bloccare i termini di decadenza, come previsto dallo Statuto dei diritti del contribuente.

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