Cresce la fiducia nella previdenza complementare, nel 2024 il TFR ha cominciato a cambiare strada. Sempre più lavoratori, infatti, scelgono di destinare la propria liquidazione alla previdenza integrativa, facendo crescere sensibilmente il risparmio pensionistico. Ma per molti questo non basta, infatti, il Governo è già al lavoro su nuove misure per rafforzare il sistema.
Nel 2024, i fondi pensione hanno registrato un flusso record: 8,61 miliardi di euro, in aumento del 26,4% rispetto all’anno precedente.
Un dato significativo, se si considera che l’intero ammontare del TFR generato dal sistema produttivo ha raggiunto i 32,69 miliardi di euro. In pratica, oltre un quarto (26,4%) della liquidazione dei lavoratori è stato investito in forme di previdenza complementare.
Una crescita importante, ma che non basta a placare i timori sul futuro delle pensioni. Nella maggioranza e tra i tecnici del Governo, c’è chi ritiene questi numeri ancora troppo modesti rispetto al potenziale. Per questo motivo, nella prossima manovra economica potrebbero arrivare nuove misure di rilancio per incentivare la previdenza integrativa.
Tra le ipotesi sul tavolo c’è anche una rivisitazione del meccanismo di destinazione del TFR. L’impianto normativo attuale prevede:
Una riforma della previdenza complementare appare sempre più urgente, non solo per alleggerire il carico sul sistema pubblico, ma anche per garantire ai lavoratori una pensione più solida e coerente con il tenore di vita atteso.
Scegliere di destinare il proprio TFR è anche una strategia fiscale e finanziaria intelligente. Infatti, la tassazione sul Tfr cambia in modo significativo a seconda della scelta del lavoratore: se lasciato in azienda, il Tfr viene tassato con le normali aliquote IRPEF, che vanno dal 23% al 43% in base al reddito, invece, versato a un fondo pensione, il prelievo fiscale avviene al momento del pensionamento, con un’aliquota agevolata del 15%, che può ridursi progressivamente fino al 9% grazie a una deduzione dello 0,30% per ogni anno oltre il quindicesimo di permanenza nel fondo.
Le differenze sono sostanziali:
Inoltre, i guadagni maturati nel fondo pensione godono di una fiscalità agevolata: 12,5% sui rendimenti derivanti da titoli di Stato; 20% sugli altri rendimenti finanziari; contro il 26% previsto per la generalità degli investimenti.
Trasferire il TFR alla previdenza complementare oltre ad aumentare le possibilità di ottenere una pensione più adeguata, ma rappresenta anche una scelta fiscalmente efficiente, capace di massimizzare il valore del proprio risparmio previdenziale nel tempo.
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