Nessuno te lo dice, ma se hai meno di 35 anni questo è l’unico modo per assicurarti una pensione (davvero) tranquilla

Molti giovani ignorano l’argomento pensione, ma iniziare presto può fare la differenza (e non solo economica). Ecco dunque come comportarti se hai meno di 35 anni.

Potrebbe sembrare prematuro pensare alla pensione quando si è giovani, se non addirittura inutile. Tuttavia, è proprio nella fascia d’età che va dai 20 ai 35 anni che si deve preparare il preparare il proprio futuro previdenziale.

I dati parlano chiaro: l’81% degli italiani vive con l’ansia nei confronti della propria pensione, tuttavia solo il 21% ha adottato soluzioni integrative. Questo significa che molti arriveranno tardi e impreparati a uno dei momenti cruciali della propria esistenza.

Barattolo con la scritta pensione
Nessuno te lo dice, ma se hai meno di 35 anni questo è l’unico modo per assicurarti una pensione (davvero) tranquilla – informaizoneoggi.it

Questo anche per via del continuo mutare del sistema previdenziale italiano. Stando al Rapporto della Ragioneria Generale dello Stato, la spesa pensionistica continuerà a crescere almeno fino al 2040, raggiungendo il 17,1% del PIL.

A rendere il tutto ancora più complicato, il progressivo calo della forza lavoro e l’invecchiamento della popolazione. In questo contesto, fare scelte previdenziali consapevoli fin da giovani non è più solo prudente.

Perché iniziare a pensare alla pensione prima dei 35

Iniziare a prepararsi fin dai vent’anni alla pensione permette di avere più strumenti e più tempo per costruirsi una pensione integrativa solida. Il primo passo da compiere è comprendere il valore del riscatto della laurea, se effettuato in giovane età, può costare fino a dieci volte meno rispetto a un’età più avanzata. È un’opzione particolarmente conveniente per chi è entrato nel mondo del lavoro dopo il 1996, rientrando pienamente nel sistema contributivo.

Quaderno con scritta pensione
Perché iniziare a pensare alla pensione prima dei 35 – informazioneoggi.it

Altro strumento efficace è la destinazione del TFR a un fondo pensione. Molti lo lasciano in azienda per inerzia, ma versarlo in un fondo dedicato può portare benefici economici nel lungo termine, grazie a una gestione più efficiente e a eventuali vantaggi fiscali.

Oltre a queste scelte strategiche, è fondamentale monitorare regolarmente il proprio estratto conto contributivo. Errori o omissioni nei versamenti possono passare inosservati per anni, ma influenzare pesantemente l’importo dell’assegno pensionistico finale.

Anche la stabilità contributiva è un elemento determinante. Contratti discontinui, cambi frequenti di lavoro o consulenze mal gestite possono ridurre sensibilmente i contributi versati. È quindi essenziale essere informati e ricevere consulenza qualificata, per non compromettere il proprio futuro economico.

Infine, serve una buona preparazione finanziaria di base. Comprendere come funziona la previdenza, conoscere le opzioni disponibili e sapere come investire anche piccole somme può fare la differenza. La previdenza complementare non è più un’opzione per pochi: è diventata una necessità.

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