Stop alle agevolazioni fiscali per le spese sanitarie e di ristrutturazione: tremano i contribuenti, rischi gravissimi

Il Governo vorrebbe abolire una serie di detrazioni fiscali relative ai costi per i lavori edilizi, per le spese sanitarie e per la stipula dei mutui. Per quale motivo?

L’Esecutivo è al lavoro per la predisposizione della prossima Legge di Bilancio e deve fare i conti con la drastica riduzione dei fondi economici. Per questo motivo, sta pensando a un progetto per aumentare le entrate.

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Pessime notizie per molti contribuenti: ci saranno tagli alle detrazioni fiscali (informazioneoggi.it)

In particolare, l’idea sarebbe quella di tagliare alcune agevolazioni fiscali a coloro che hanno redditi abbastanza elevati, in modo tale da poter recuperare circa 400 milioni di euro. In realtà, non si tratta di una novità, perché già lo scorso anno è stata introdotta al franchigia di 260 euro sulle detrazioni spettanti ai contribuenti con redditi superiori a 50 mila euro.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze vorrebbe, per l’imminente Manovra, apportare maggiori modifiche al sistema delle detrazioni fiscali, anche per sopperire alla riduzione delle aliquote IRPEF. Ma quali agevolazioni fiscali potrebbero essere a rischio? Analizziamo la questione nel dettaglio.

Addio alle principali detrazioni fiscali: ecco quali contribuenti temono la prossima riforma del Governo

Attualmente, chi percepisce redditi elevati può beneficiare di una serie di detrazioni fiscali, soprattutto per i lavori di ristrutturazione edilizia e di miglioramento dell’efficienza energetica. Nel dettaglio, coloro che percepiscono un reddito maggiore di 120 mila euro, possono contare su un totale di 923 milioni di euro di detrazioni per ristrutturazioni edilizie e di 348 milioni per interventi di efficientamento energetico.

Le altre agevolazioni, invece, attengono alle spese sanitarie (che ammontano a circa 205 milioni di euro), agli interessi sui mutui per la prima casa (pari a 102 milioni), alle assicurazioni sulla vita e alla previdenza integrativa (per un totale di 70 milioni) e alle spese per l’istruzione (circa 60 milioni).

Per evitare tagliare queste detrazioni, si potrebbe modificare il sistema delle deduzioni, che comportano una riduzione del reddito imponibile, perché permettono di rimuovere alcune spese dal reddito totale, sul quale vengono calcolate le tasse.

L’intervento sulle deduzioni, però, potrebbe essere meno valido in termini di risultati economici. Secondo le stime, infatti, le deduzioni ammontano a circa 36 miliardi di euro e abbassano il reddito imponibile da 950 a 914 miliardi. Le deduzioni fiscali, poi, non rafforzano la cd. progressività dell’imposta; la loro incidenza sul reddito lordo è del 9,3% per i redditi fino a 7.500 euro e del 2,79% per i redditi compresi tra 15 mila e 26 mila euro e cresce con l’aumento del reddito.

Non resta, dunque, che attendere le decisioni del Governo, per scoprire se dal prossimo anno la maggior parte delle spese potranno essere detratte in Dichiarazione dei Redditi.

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