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Scuola

Nuove tasse per i docenti, le regole d’oro per evitare terribili sanzioni

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L’Agenzia delle Entrate ha chiarito in che modo vengono tassati i ricavi degli insegnanti che offrono lezioni private.

Gli insegnanti che impartiscono lezioni private agli studenti sono obbligati a pagare le tasse per i guadagni percepiti.

Anche per le lezioni private bisogna versare delle imposte – informazioneoggi.it

Con la risposta n. 63/2024, l’Agenzia delle Entrate ha specificato a quale regime fiscale sono sottoposti i docenti con contratto part-time che sono dediti alle attività di tutoraggio e che offrono, in maniera costante, lezioni private o ripetizioni.

L’elemento fondamentale, per il Fisco, consiste nella regolarità delle lezioni private. Per la corretta applicazione della tassazione, dunque, va opportunamente distinto tra un’attività solo sporadica e occasionale e un’attività abituale. Vediamo, dunque, quali sono le regole applicabili per evitare sanzioni.

Ripetizioni e lezioni private: bisogna sempre aprire la partita IVA e pagare le tasse sul reddito percepito?

Per impartire ripetizioni e lezioni private senza rischiare di commettere frodi è necessario capire quando sorge la necessità di aprire una partita IVA. In particolare, la questione riguarda soprattutto i docenti che svolgono attività didattica con contratto part-time e, contemporaneamente, offrono lezioni private a pagamento.

Per capire quali sono le regole da rispettare, bisogna specificare se l’attività svolta è occasionale e abituale oppure no. Al riguardo, purtroppo, non ci sono principi normativi applicabili, anche se si tratta di un’operazione essenziale, perché la disciplina tributaria è differente.

Quando l’attività piò essere valutata come occasionale? Quando, ad esempio, le ripetizioni vengono impartite in modalità non programmata né episodica ma sporadica. In queste ipotesi, il docente non è obbligato ad aprire la partita IVA ma deve, in ogni caso, rilasciare apposita fattura allo studente.

Se, invece, le lezioni private sono impartite in modo regolare e sistematico, l’attività è considerata abituale e, di conseguenza, è necessaria l’apertura della partita IVA. L’elemento fondamentale, dunque, non è quello dei redditi percepiti ma dell’abitualità dell’attività che verrà trattata, ai fini fiscali, come un’attività lavorativa autonoma.

Attraverso la risposta all’Interpello n. 63/2024, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che gli insegnanti che sono titolari di una cattedra con regolare contratto part-time e che svolgono, con costanza e regolarità, attività di tutoraggio e lezioni private, devono necessariamente aprire una partita IVA e pagare le relative tasse previste dal regime di appartenenza. La loro attività, infatti, è significativa ai fini del pagamento dell’imposta sul reddito.

Ma quali tasse sono obbligati a versare gli insegnanti che impartiscono ripetizioni private? Possono optare tra il regime forfettario, per il quale è stabilita una tassazione del 15% e obbligo di fatturazione senza applicazione dell’IVA, oppure il regime speciale per le lezioni private, con imposta sostitutiva al 15% e fatturazione in regime di esenzione.

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