Legge 104, qual è la differenza tra domicilio temporaneo e residenza temporanea? La verità conosciuta da pochi

Il domicilio temporaneo è un luogo in cui si vive per un certo periodo di tempo per le cause più disparate e per situazioni transitorie.

Quando per motivi di studio, lavoro o esigenze familiari ci si trasferisce in un’altra casa è possibile richiedere il domicilio temporaneo. Attenzione, si tratta di una misura diversa dalla residenza temporanea.

Domicilio temporaneo e Legge 104
Quando si richiede il domicilio temporaneo (Informazioneoggi.it)

Il domicilio è il luogo in cui la persona stabilisce la sede principale degli affari e degli interessi. Solitamente coincide con il luogo in cui si vive abitualmente ma può succedere che la residenza sia fissata da un’altra parte. In casi particolari è possibile dover richiedere il domicilio temporaneo qualora ci si sposti in un posto diverso da quello in cui si ha il domicilio abituale. Quali sono gli effetti legali o fiscali? Niente di particolare, la dichiarazione con atto notorio serve unicamente per segnalare situazioni abitative transitorie.

Qualora si intendesse ottenere anche il domicilio sanitario, invece, occorrerebbe informare l’ASL e procedere con la cancellazione del medico curante per poi scegliere un nuovo dottore nella zona di nuovo domicilio. Ribadiamo che domicilio e residenza non devono necessariamente coincidere. L’importante è comunicare un cambiamento di domicilio con un’autocertificazione firmata al Comune.

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Domicilio temporaneo, durata e differenza con residenza temporanea

Per il domicilio temporaneo non ci sono limiti temporali da rispettare. Basterà produrre l’autocertificazione – tanti Comuni hanno un modulo predisposto da scaricare tramite il portale ufficiale – e rinnovarla di anno in anno. Questo se, ad esempio, si assiste un genitore con handicap grave con la Legge 151. Diverso il caso del congedo straordinario previsto dalla Legge 104.

Possono richiederlo i lavoratori dipendenti che devono assistere un familiare con disabilità grave. Condizione necessaria è rispettare l’ordine di priorità ma anche convivere con il disabile. Significa avere la stessa residenza e dunque comporre un unico nucleo familiare con tutte le conseguenze fiscali del caso. Ci sono solo tre eccezioni all’obbligo di convivenza.

Se il caregiver è un genitore che assiste un figlio disabile, se chi assiste e assistito abitano nello stesso stabile ma in appartamenti diversi (Stessa via, stesso numero civico, stesso Comune ma interni diversi) oppure se si richiedere la residenza temporanea. Questa ha una durata di dodici mesi e a differenza del domicilio temporaneo non può essere rinnovata. Una volta trascorso l’anno di tempo sarà necessario spostare la residenza facendola coincidere con quella del familiare con handicap. In caso contrario occorrerà tornare a lavoro. 

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