Il Bonus barriere architettoniche si evolve: cattive notizie per i contribuenti

Un’evoluzione del Bonus barriere architettoniche elimina alcuni possibili interventi da annettere alla misura. Cosa non si potrà più fare con il 75%?

Brutte notizie per i contribuenti nel 2024. Il Bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche con detrazione del 75% non potrà essere più utilizzato per alcuni comuni interventi di ristrutturazione della casa.

Bonus barriere architettoniche, come cambia
Addio lavori con il Bonus barriere architettoniche (Informazioneoggi.it)

I cittadini vedono sfuggire da sotto le mani l’occasione di riqualificare casa risparmiando. Prima il Superbonus 110 e 90% che sparisce con abbassamento dell’aliquota al 70% per i condomini (nel 2025 scenderà ulteriormente al 60%). Poi il mancato rinnovo del Bonus case green per l’acquisto di un immobile ad alta efficienza energetica. Ora arriva anche la notizia di un peggioramento delle condizioni del Bonus per l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Con l’entrata in vigore del Decreto Superbonus numero 212 del 2023 l’agevolazione fiscale è cambiata e non sono previsti cambi di rotta. L’approvazione della Legge di conversione del Decreto prevista per febbraio 2024 confermerà le modifiche al Bonus edilizio. Nello specifico, è l’articolo 3 a riscrivere i termini e le condizioni di accesso alla misura. Vediamo in che modo.

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Cambia il Bonus barriere architettoniche nel 2024

La detrazione IRPEF del 75% da portare in dichiarazione dei redditi rimarrà valida solamente per i lavori di mobilità orizzontali ossia quelli riguardanti scale, rampe, servoscala, ascensori, piattaforme elevatrici. I contribuente, dunque, non potranno più utilizzare il Bonus eliminazione barriere architettoniche per effettuare interventi connessi alla mobilità verticale come il rifacimento dei bagni o la sostituzione degli infissi. Non sono più ammessi neanche i lavori di automazione degli impianti delle unità immobiliari o degli edifici.

Tra i nuovi obblighi introdotti per il 2024 c’è il pagamento con bonifico parlante e il rilascio dell’asseverazione da parte di un tecnico abilitato che dovrà attestare le condizioni richieste dal decreto 236/1989. Niente più cessione del credito o sconto in fattura, poi, tranne alcune eccezioni. La cessione e lo sconto saranno fruibili unicamente per lavori su parti comuni di edifici condominiali a destinazione abitativa e per le persone fisiche con reddito entro i 15 mila euro a condizione che nel nucleo familiare ci sia un componente con disabilità accertata. L’edificio unifamiliare o plurifamiliare dovrà essere una prima casa.

I massimali di spesa sono stati confermati. Il tetto di 50 mila euro riguarda edifici unifamiliari o unità immobiliari in edifici plurifamiliari. Scende a 40 mila euro moltiplicati il numero di unità immobiliari in caso di edifici composti da due a otto unità e a 30 mila euro moltiplicati il numero di unità immobiliari in caso di edifici composti da più di otto unità immobiliari.

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