Quando le ferie possono essere monetizzate? Ci sono casi specifici in cui questo è possibile, scopriamo quali sono per non sbagliare.
Si possono monetizzare le ferie? Ovvero possono essere ‘trasformate’ in denaro versato al dipendente, in aggiunta a quello della retribuzione ordinaria? Ebbene, com’è noto le ferie costituiscono uno dei diritti essenziali dei lavoratori dipendenti, previsto anzitutto in Costituzione al fine di garantire il riposo, il recupero delle energie psicofisiche e la possibilità di coltivare le relazioni con familiari ed amici.
Se in linea generale sono irrinunciabili e dunque per legge vanno godute, è però altrettanto vero che in alcuni casi particolari è ammessa la monetizzazione delle ferie. Vediamo in quali circostanze.
Monetizzazione delle ferie: entro quali limiti? Il rilievo del CCNL
Come accennato, la “monetizzazione” delle ferie consiste nella possibilità di convertire il periodo di riposo in un corrispettivo economico. Da notare che le norme del diritto del lavoro indicano un periodo minimo di ferie per ogni lavoratore subordinato, corrispondente a 4 settimane per ciascun anno di lavoro – a condizione che il dipendente abbia lavorato continuativamente tutto l’anno.
Infatti vale la pena ricordare che le ferie maturano nel corso del rapporto di lavoro, in modo progressivo e proporzionale rispetto all’attività effettivamente svolta dal dipendente. Pertanto solo se il lavoratore ha lavorato per tutti i dodici mesi – lo ribadiamo – potrà avvalersi delle ferie nella misura piena, di cui al suo CCNL di categoria.
In particolare:
- il divieto di monetizzazione delle ferie attiene al citato periodo minimo previsto dalla legge e, conseguentemente, se al dipendente non viene permesso di godere di questi giorni di riposo, l’azienda sarà bersaglio di sanzioni e dovrà risarcire il lavoratore
- tuttavia, i singoli CCNL possono disporre un supplementare periodo di ferie annuali, che si aggiunge alle 4 settimane dovute per legge. Proprio questi giorni ulteriori possono essere monetizzati, di fatto rinunciando alle ferie supplementari
In sostanza il lavoratore potrà percepire un’indennità ad hoc, per non aver usufruito delle ferie ulteriori (e dei relativi giorni o settimane), previste dal suo contratto collettivo.
Monetizzazione delle ferie: gli altri casi
Non c’è soltanto il caso legato alla previsione nel CCNL di giorni in più di ferie: la monetizzazione delle ferie, con la loro conversione in denaro, scatta anche laddove il rapporto di lavoro cessi prima che il lavoratore sfrutti le ferie maturate nel corso dell’anno. Si tratta dei casi delle dimissioni e del licenziamento, in pratica.
Oltre a ciò, le ferie possono essere monetizzate anche in caso di applicazione di un contratto a tempo determinato di durata minore di dodici mesi, per cui vale il versamento del corrispettivo per le ferie non sfruttate anche mensilmente. Al contempo
il pagamento delle ferie non godute si verifica altresì in seguito alla risoluzione del rapporto di lavoro. Ecco perché, anche quando le parti si mettono d’accordo sulla necessità di interrompere il rapporto di lavoro, a favore del dipendente sussiste il diritto della monetizzazione delle ferie non sfruttate.