Buoni fruttiferi postali, svolta storica rimborso per tutti

Buoni fruttiferi postali, sentenza chiave della Corte di Cassazione a cui si è adeguato l’Arbitro Bancario Finanziario. Ecco perché.

I buoni fruttiferi postali sono, com’è noto, dei prodotti di investimento sicuri ed adatti in particolare a chi vuole investire i propri risparmi, senza rischiare in modo elevato. Non sussiste infatti il cd. rischio di mercato e il capitale è sempre rimborsato integralmente. In più per il risparmiatore che li sceglie non ci sono spese di commissione.

Buoni fruttiferi postali
Buoni fruttiferi postali, i chiarimenti della Cassazione (Informazione Oggi)

Ebbene, in riferimento ai buoni fruttiferi postali Serie Q-P la notizia è la fine di un lungo contenzioso, con l’Arbitro Bancario Finanzario che si è adeguato a quanto stabilito dalla sentenza della Suprema Corte dello scorso settembre. Di fatto un cambio di rotta per l’ABF e un aggiornamento che non potrà che piacere ai risparmiatori, i quali possono oggi contare sul diritto agli interessi previsti per tutta la durata dei buoni, compresi gli ultimi dieci anni.

Buoni fruttiferi postali Serie Q-P: la svolta della Cassazione

Il citato cambiamento scaturisce dalla riconsiderazione dell’anteriore indirizzo dell’Arbitro, sugli interessi da applicare in tema di buoni fruttiferi postali Serie Q-P. Come accennato, è di estremo rilievo la sentenza di pochi mesi fa della Cassazione, secondo cui – infatti – a detti buoni debbono essere applicati gli interessi specifici della menzionata serie per tutta la durata del buono, compreso l’ultimo decennio. Di fatto la svolta sta nel fatto che non vale più la pratica precedente, fondata sull’applicazione degli interessi della serie P per l’ultimo decennio.

Il provvedimento del giudice di legittimità conclude una questione legale aperta da tempo, e di ciò – evidentemente – se ne giovano i risparmiatori che hanno investito sui buoni fruttiferi postali.

L’origine della disputa legale sui buoni fruttiferi

I contrasti sui buoni fruttiferi postali ebbero origine da alcune pratiche poco chiare nella loro emissione. Infatti i buoni fruttiferi postali della serie Q erano spesso emessi, sfruttando moduli della serie P, apponendo di un timbro che individuava i nuovi tassi di interesse per i primi vent’anni, senza però dettagliare gli interessi per l’ultimo decennio.

Il merito della sentenza della Cassazione di quest’anno è quello di fissare una volta per tutte la linea da seguire per quantificare gli interessi. E proprio da ciò è derivato l’adeguamento dell’Arbitro Bancario Finanziario. In sostanza, alla luce delle precisazioni giurisprudenziali l’ABF non può che riconoscere il diritto dei risparmiatori di conseguire gli interessi come previsto dalla serie Q/P, al di là delle discrepanze nei documenti.

In sintesi, la decisione consente ai risparmiatori di contare sul rimborso dei buoni postali secondo le condizioni fissate nella serie Q/P, anche nel caso in cui i documenti originali non menzionavano i tassi di interesse per l’ultimo decennio.

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