Sarà capitato di vedere le bottiglie con i tappi attaccati che non si staccano più: ma perché, qual è il motivo? I dettagli
Non sarà passata inosservato un aspetto legato alle bottiglie, e in molti avranno di certo notato che da un po’ quest’ultime hanno i tappi attaccati, i quali non si staccano più: ciò che non è però noto a tutti è il motivo, ovvero il perché di tale aspetto.
Non si tratta di dettagli estetici o di cambiamenti tesi a rendere più interessanti le bottiglie, ma il tutto si lega ad un elemento di praticità.
Al di là della rispettiva forma, dimensione o del marchio legato alle bottiglie di plastica, quest’ultime prevedono di avere un tappo che resti attaccato all’anello per lato. Dunque, come sarà capitato a molti di notare, al momento dell’apertura della bottaglia il tappo non stacca, ovvero non si sgancia totalmente.
Una parte resta attaccata, evitando quindi che possa finire per cadere.
Tale elemento ha generato anche pareri diversi, tra cui anche l’ironia del web, laddove alcuni non hanno gradito tale cambiamento. Tuttavia, ciò che molti ancora non sanno è la ragione, il motivo importante, posto alla base di tale cambiamento.
Perché i tappi delle bottiglie non si staccano più e restano attaccati, il motivo: c’entra l’ambiente
La produzione delle bottiglie di plastica con i tappi che non si staccano e vi restano attaccati mediante l’anello, si lega ad un intervento ad opera della Commissione Europea. Quest’ultima ha stabilito che a partire dal 2024, ogni bottiglia di plastica dovrà avere il tappo attaccato.
La manovra si lega ad un ampio progetto che intende ridurre, per quanto possibile, il peso della plastica sull’ambiente e il relativo impatto.
Facilmente i tappi finiscono per disperdersi, rappresentando un ulteriore elemento che aggrava la quantità di rifiuti, e far si che non si stacchi è un modo per limitare la questione e contenere la diffusione dei tappi stessi un po’ dappertutto e sopratutto nei mari.
Orizzonte Energia spiega che soltanto negli ultimi 10 anni, vi è stato un raddoppio di produzione all’anno di plastica, con cifre che oscillano da 233 milioni di tonnellate sino ai 460 milioni attuali.
Il divieto in merito alle plastiche monouso in Unione Europea (si pensi a piatti e non solo), riguarda ogni tipo di plastica al di là che siano biodegradabili, oppure no.
Ciò quanto giunge da Bruxelles, che si occupa di monitorare e valutare che vi sia il rispetto della direttiva ‘Single Use Plastics’, da parte di ognuno dei Paesi Comunitari.
Nel dettaglio e sinteticamente, è la direttiva che impone un veto alla plastica monouso. Per quanto riguarda l’Italia, si legge, vi è stata la ricezione della direttiva, pur ponendo alcune eccezioni in merito ai prodotti biodegradabili.