Pensioni, i primi risultati del confronto tra sindacati e Governo: incredibili novità

Ieri 26 giugno si è tenuto il confronto sulle pensioni tra sindacati e Governo. Varie ipotesi al vaglio, scopriamo le novità.

Quota 103 e Quota 41 protagonisti del confronto tecnico. Le richieste dei sindacati sono chiare, a cosa porteranno?

Riforma delle pensioni le opzioni per il 2024
Tavolo di confronto tra Governo e sindacati – Informazioneoggi.it

Riflettori accesi sul tavolo di lavoro che ieri ha visto discutere sindacati e Governo. L’obiettivo è pianificare il futuro pensionistico dell’Italia tenendo conto delle risorse a disposizione. Non sarà semplice arrivare in pochi mesi a strutture flessibili e strutturali. Si pensa a soluzioni temporanee per accontentare i lavoratori in attesa della grande Riforma.

Le misure dovranno essere decise entro l’autunno, quando pian piano si definirà la Legge di Bilancio 2024. Grande attenzione agli scivoli anticipati con il ministro Marina Calderone che ha ascoltato le richieste dei sindacati. Si dovranno trovare punti di incontro che soddisfino le parti e che saranno un ponte verso interventi più risolutivi. Quota 103, Quota 41, il ricambio generazionale, quali sono le ipotesi sul tavolo di lavoro?

Riforma delle pensioni, i risultati del confronto tra sindacati e Governo

Ci sono voluti quattro mesi di sosta ma ora la discussione sul tema pensioni è ricominciata. Il rinvio di Quota 41 per tutti è una certezza dato che ha un costo oneroso per le possibilità dello Stato. Probabilmente non arriverà prima del 2026 visto che le attuali risorse sono riservate ad altri tipi di interventi.

scivoli pensione anticipata i piani del Governo
Dopo il “no” a Quota 41 quali sono le opzioni? – Informazioneoggi.it

Pensare di spendere tra i 3 e i 4 miliardi di euro solo per il primo anno è impensabile. Non ora che si punta al rinnovo dei contratti del pubblico impiego, alle misure sulle pensioni e alla riduzione della pressione fiscale.

I sindacati, però, chiedono uscite anticipate prima dei 63 anni almeno per alcune categorie di lavoratori. Si pensa ad una proroga di Quota 103 come misura ponte ma con qualche piccola modifica. Al momento permette il pensionamento a 62 anni di età con 41 di contributi fino al 31 dicembre 2023. Una scadenza che vale anche per l’APE  Sociale (che probabilmente verrà prorogata) e Opzione Donna, il cui futuro è incerto.

Sul tavolo di lavoro anche la copertura previdenziale dei giovani nonché il rilancio della previdenza integrativa. L’obiettivo è spingere i lavoratori ad intervenire fin da subito per costruire una futura pensione extra che permetta di vivere agiatamente anche una volta usciti dal mondo del lavoro. Per quanto riguarda gli interventi strutturali, invece, occorrerà attendere. Tutto dipenderà delle risorse a disposizione e dall’andamento demografico. Si prevede un progressivo invecchiamento della popolazione e una bassa natalità. Le conseguenze di questo trend sarebbero a lungo andare pessime per la nostra nazione. La linea di non ritorno verrebbe toccata nel momento in cui il numero dei lavoratori non sarebbe sufficiente per pagare le pensioni a tutti.

Significa che occorrerà incentivare le famiglie a fare figli con contratti di lavoro a tempo indeterminato, buone retribuzioni e maggiori tutele per le donne lavoratrici.

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