IT-alert, cos’è il nuovo canale di allarme pubblico e il calendario completo dei test in ogni Regione

Prende sempre più forma IT-alert, il canale ideato dal Governo e dalla Protezione Civile per avvisare i cittadini di catastrofi ed emergenze territoriali.

Dopo qualche anno di sperimentazioni, sviluppo e miglioramento, presto sarà definitivamente attivo il sistema IT-alert. Ecco come funziona, cosa devono fare i cittadini e quando ci saranno i test i ogni Regione.

cos'è it-alert e come funziona
IT-alert sarà operativo entro pochi mesi su tutti i cellulari – InformazioneOggi.it

Oggi la sperimentazione consiste nell’invio di un messaggio ad ogni cellulare presente in una determinata area geografica. Lo scopo è quello di fornire a breve – probabilmente entro la prima parte del 2024 – un servizio di comunicazione che può arrivare ovunque. Nel programma sono comprese numerose tipologie di emergenze, e non appena si verifica qualcosa i cittadini ricevono l’allarme e le istruzioni su cosa fare.

Cos’è IT-alert e cosa dobbiamo fare quando riceveremo i messaggi di allarme

La Regione Toscana, esattamente il 28 giugno alle ore 12:00, sarà la prima a effettuare la sperimentazione su tutti i cellulari contemporaneamente. Il messaggio arriverà anche se non c’è copertura di rete, poiché sfrutta i cell broadcast di tutti gli operatori di telefonia.

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Il servizio It-alert ci potrà raggiungere in qualunque momento per il nostro bene – InformazioneOggi.it

Il messaggio di test sperimentale serve a migliorare ulteriormente il servizio che entrerà operativo a breve. Alle ore 12:00 tutti i cittadini toscani riceveranno il messaggio, e l’allarme sarà attivo fino a che non si esegue l’azione richiesta; poi, chi vorrà potrà compilare un questionario così da dare il proprio feedback.

Una volta entrato a regime, IT-Alert potrà avvisare in qualunque momento i cittadini se nella zona ci sono pericoli in atto o imminenti.

Come si legge nel sito ufficiale www.it-alert.gov.it/it, ecco quando i cittadini potranno ricevere i messaggi:

  • maremoto generato da un sisma;
  • collasso di una grande diga;
  • attività vulcanica, relativamente ai vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli;
  • incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica;
  • incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 (Direttiva Seveso);
  • precipitazioni intense.

Lo scopo è quello di “consentire la diramazione rapida delle prime informazioni sulle possibili situazioni di pericolo” e dare le istruzioni ai cittadini su come autotutelarsi. Ad esempio, rimanendo in casa per qualche giorno, oppure non usando l’auto su una determinata tratta autostradale eccetera.

Il calendario dei test nelle Regioni italiane

Entro pochi giorni i test cominceranno ad essere effettuati in tutte le Regioni italiane, grazie alla collaborazione tra  Dipartimento della Protezione Civile, Regioni coinvolte, Commissione protezione civile della Conferenza delle Regioni e Province Autonome e ANCI.

  • 28 giugno Toscana;
  • 30 giugno Sardegna;
  • 5 luglio Sicilia;
  • 7 luglio Calabria;
  • 10 luglio Emilia-Romagna.

Entro la fine del 2023 verranno effettuati i test nelle altre Regioni e nelle Province Autonome di Bolzano e Trento.

Come ricorda la Regione Toscana, e com’è presumibile accadrà anche nelle altre Regioni, le attività in corso sul telefono verranno interrotte per alcuni istanti per la necessaria presa visione del messaggio.

Sorgono spontanee alcune domande, anche se questi messaggi sono al momento solo dei test. Una volta diventato operativo, il servizio di allerta catastrofi ed emergenze potrà raggiungere chiunque in qualsiasi momento, 24 ore su 24, e ovviamente i messaggi saranno inviati a migliaia di persone contemporaneamente, se non a milioni.

  1. Ogni singolo cittadino dovrà interrompere quello che sta facendo perché l’allarme non smette di suonare fino a che non se ne prende visione; e se i cittadini si trovano in auto o in un momento critico?
  2. Immaginiamo alcune situazioni “delicate”: una transazione bancaria col cellulare, una telefonata importante con un parente che si sente male, qualcuno che sta telefonando per chiedere aiuto…. sono davvero tantissime le cose che succedono ogni istante coi cellulari, e tutto verrà bloccato senza possibilità di eliminare il messaggio di allarme.
  3. Ci saranno implicazioni legali? Esempio: ricevo il messaggio da IT-alert e mi reco ugualmente in una zona a rischio, se faccio un incidente stradale l’assicurazione paga lo stesso o può opporsi?
  4. Quanti messaggi arriveranno ad ogni cittadino? Immaginiamo se viene avviata l’applicazione per ogni allerta meteo. Oppure per ogni scossa sismica che si manifesta nelle zone a rischio, come i Campi Flegrei. O se ci sono focolai di influenza/Covid. E soprattutto, chi soffre di ansia, saprà reggere il continuo stress?
  5. Il servizio offerto da IT-alert è infatti certamente utile e sarà apprezzato da numerosi cittadini: ma come mai chi non desidera ricevere le informazioni non può scegliere di disattivarlo? Eppure una opzione del genere poteva essere contemplata.
  6. E se qualcuno ha il cellulare scarico o spento? In quel caso non arrivano le allerte.
  7. Infine, la vera domanda è: abbiamo davvero bisogno di essere allertati in continuazione? Quante catastrofi potranno mai accadere tanto da ideare un sistema efficientissimo che raggiunge tutti in qualsiasi luogo?

La risposta a tutte queste domande per adesso non si trova nel canale ufficiale IT-alert, dove si spiega che grazie alla tecnologia potremo tutti auto-proteggerci dagli innumerevoli potenziali pericoli insiti nel territorio. Ma forse la risposta risiede già in ognuno di noi.

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