La storia si ripete ancora una volta, il solito sms che in realtà nasconde un piano ben diverso da ciò che ci si aspetta.
Il web ultimamente è diventato uno dei contesti più rischiosi in assoluto. La navigazione in rete può sempre, purtroppo, nascondere delle trappole molto pericolose. Generalmente in molti casi gli utenti vittime di situazioni dalla natura truffaldina, come è tipico, nemmeno riescono a rendersi conto di ciò che sta per succedergli. Questo, però, se ci pensiamo, è il succo stesso del raggiro. Far apparire un potenziale rischio per una situazione assolatamene innocua.
Una situazione assolutamente scomoda, senza dubbio alcuno. Nel corso degli anni il tutto è diventato se possibile ancora molto più complesso a causa del crescente proliferare di nuove modalità di raggiro capaci di cogliere sempre più alla sprovvista gli utenti spesso troppo in buona fede.
Il tutto nella maggior parte dei casi avviene tramite sms, mail o messaggi social. L’utente si trova di fronte ad un contenuto particolarmente accattivante, tale da apparire di conseguenza una occasione per chi legge. In genere ci troviamo di fronte o a premi misteriosamente aggiudicati o situazioni di rischio, nelle quali vengono coinvolte indirettamente famose aziende, esse stesse alla fine vittime dei relativi raggiri.
Di recente una situazione abbastanza rischiosa per il contesto web, che ha coinvolto moltissimi utenti ha utilizzato come gancio una falsa comunicazione da parte di Poste Italiane. “Gentile cliente è stata richiesta un spesa di euro xxx se non è lei seguire il link”, questo il testo della comunicazione in questione.
Correlato alla comunicazione il classico link che di fatto serve ai malintenzionati per raccogliere le informazioni richieste all’utente per risolvere la problematica descritta. In quei casi si rischia di esporre il conto corrente del malcapitato alle volontà dei truffatori.
I malintenzionati non si fermeranno a ricevere le informazioni richieste ma passeranno poi, per rendere ancora più credibile il tutto a contattare direttamente l’utente in questione per farsi inviare altre informazioni utili per violare il conto corrente relativo.
“Sono casi frequenti e non c’è una chiara giurisprudenza sui rimborsi. A volte la banca lo fa, a volte dà il 50 per cento, a volte lo nega – ha spiegato Paolo Dal Checco – noto ingegnere informatico forense, al Sole 24 Ore – a volte nel dubbio rimborsano in un primo momento e poi si riprendono tutto. E i contenziosi giudiziari tra utente e banca durano molto tempo”.
Un investimento semplice e sicuro pensato per chi vuole far fruttare il proprio capitale in…
Per molto tempo il controllo di gestione è stato percepito come una funzione “di supporto”,…
Un accredito inatteso ha reso la pensione di dicembre più ricca per centinaia di migliaia…
Ricevere un rimborso dal modello 730 quando non si ha un datore di lavoro o…
L’Isee 2026 entra nella sua fase cruciale: entro il 31 dicembre 2025 occorre aggiornare l’attestazione…
Molti lavoratori scoprono solo all’ultimo momento che la pensione non arriva perché manca un contributo,…