A partire dai 60 anni è possibile andare in pensione ma si devono rispettare delle condizioni piuttosto restrittive. Oppure, ottenere dei sussidi.
Secondo la vigente normativa si può andare in pensione al compimento del 67° anno di età ma sono necessari anche gli anni di contributi. Si tratta della pensione di vecchiaia ordinaria.
Tuttavia, in determinate situazioni l’età anagrafica può diminuire. Come succede per Opzione Donna 2023 che si può richiedere a 58 e a 59 anni di età in base al numero dei figli. Però, devono esserci anche determinate condizioni lavorative. In questo caso si tratta di una misura di pensione anticipata che ha delle regole particolari. Per chi ha compiuto i 60 anni di età, lavora in modo precario e ha raggiunto i 30 anni di contributi quando potrà andare in pensione?
A partire dai 60 anni è possibile andare in pensione. Però, è bene chiarire che è possibile solo per alcune persone se hanno raggiunto determinati requisiti. Infatti, ci sono alternative alla pensione di vecchiaia ordinaria, anche se molto selettive: le pensioni anticipate.
Ad esempio, con 30 anni di contributi si potrebbe accedere all’Ape Sociale purché i richiedenti siano disoccupati, lavoratori caregiver oppure invalidi civili. A prescindere da ciò, il beneficiario dell’Ape Sociale deve raggiungere almeno i 63 anni di età. Requisiti simili anche per chi svolge un lavoro gravoso: ma in contributi da raggiungere sono 32 o 36 in base al lavoro svolto.
Un’altra possibilità è Quota 41 precoci a cui può accedere, senza il limite dell’età anagrafica, solo chi ha svolto almeno un anno di lavoro effettivo prima dei 19 anni di età. Oppure, la già citata Opzione Donna.
Al contrario, in mancanza dei requisiti per il pensionamento anticipato l’unica strada da percorrere sono i sussidi. Tra questi sicuramente il più comune è il reddito di cittadinanza. La misura può essere richiesta con un ISEE sotto i 9.360 euro oppure con un reddito familiare fino ai 6 mila euro in base al numero dei familiari.
Essendo i 60 anni un’età particolare, il governo Meloni ha considerato questa fascia di età come “fragile”. Motivo per cui, quando nel 2024 il reddito di cittadinanza (RdC) sarà sostituito dalla Garanzia per l’inclusione, saranno create due fasce: gli occupabili e i fragili. La prima comprenderà chi è ancora attivo al lavoro, mentre la seconda i minorenni, gli invalidi e gli over 60.
Anche Garanzia per l’inclusione erogherà fino a 500 euro al mese come integrazione al reddito. In più, c’è l’aggiunta di un massimo di 280 euro al mese come compensazione del canone di affitto. Per ottenere quest’ultimo beneficio il contratto di affitto deve essere registrato all’Agenzia delle Entrate.
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